Che fine ha fatto Mauro Repetto, il biondino che ballava negli 883?

Ve lo ricordate Mauro Repetto? Fondò con Max Pezzali gli 883 e poi sparì nel nulla all’apice del loro successo. Una storia incredibile che sembra un romanzo invece è tutta vera

Gli 883. Quelli di Hanno ucciso l’Uomo Ragno e Sei un mito; quelli di Nord Sud Ovest Est e di inni generazionali come Gli anni e Weekend; quelli capaci di far innamorare una generazione (e più) di coppie con le loro Come mai, Ti sento vivere e Una canzone d’amore; quelli nati dall’amicizia di due compagni di banco del liceo; quelli che Mauro Repetto lascerà dopo lo stratoferico successo del secondo album (capace di vendere 1.400.000 copie, più del doppio dell’album di esordio!).

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Ci vediamo a Pasqua. Con questa frase Mauro Repetto saluta l’amico Max Pezzali durante la lavorazione del terzo album. Quella fu l’ultima volta che si videro per lungo tempo.
Il biondino che balla decide di partire per l’America per ritrovare se stesso, per dimenticarsi di tutti gli sfottò, per provare una nuova strada (quella cinematografica) e per cercare la misteriosa modella Brandi (vista tra le pagine di una rivista e di cui si invaghisce perdutamente).
Pur essendo co-autore di tutti le canzoni degli 883 non ha mai trovato una sua dimensione sul palco. Max cantava e a lui, mai interessatosi ad alcun strumento musicale, non rimaneva che incitare la folla e dimenarsi tragicomicamente in balletti semiscordinati. Tutti abbiamo riso almeno un volta, un po’ ce ne vergognamo ora, ma lo abbiamo fatto! In pochi sanno però che senza Mauro Repetto non sarebbero, probabilmente, mai esistiti gli 883, perché era lui a motivare il non troppo sicuro di sé Max Pezzali, e fu lui a bussare a tutte le porte delle case discografiche italiane con il demo di Hanno ucciso l’Uomo Ragno in mano.

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Mentre Max Pezzali, per riempire il vuoto scenico lasciato dall’amico, prende ben 6 persone, tra cui due giovanissime (ed esordienti) Paola & Chiara (nella foto con gli altri membri dei nuovi 883 e Claudio Cecchetto), Mauro Repetto, in quel di Miami, cerca di realizzare un film basato su una sua sceneggiatura per avere Brandi come protagonista, ma raggirato da un presunto avvocato con millantate conoscenze a Hollywood, perde 20.000 dollari e ritorna in Italia (senza, per giunta, aver mai trovato la sua amata Brandi).
Grazie al sempre presente Cecchetto realizza il suo primo (e unico) album, Zucchero filato nero, che si rivela un altro sonoro tonfo, e che lo porta a trasferirsi a Parigi per lavorare a Disneyland (prima come animatore in vesti di cowboy e poi come coordinatore di eventi).

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Ormai naturalizzato parigino, vive felicemente con la moglie Joséphine (con cui ha creato la ditta di design Manjaca) e i loro due figli, portando avanti il suo amore per l’arte nei teatri sperimentali della capitale francese e facendosi vedere al fianco del vecchio amico Max Pezzali in qualche rara occasione, come questa filmata da AndryMilano al forum di Assago nel 2013.
Un momento magico in cui si capisce tutto l’amore del pubblico per questo ragazzo (coi capelli brizzolati ormai).

Mauro Repetto, un pazzo, come dice la voce sorpresa di vederlo nuovamente sul palco. Un pazzo (nell’accezione più benevola del termine) che dopo decenni ruba finalmente la scena a Max Pezzali,  un pazzo che stona un po’, saltellando e trattenendo, si vede, le mosse che lo resero un vero mito. Un pazzo che ha intrapreso un lungo viaggio alla ricerca di sé stesso che, come dice lui stesso, ancora continua, perché trovare il proprio posto non è facile, ma bisogna avere il coraggio di continuare a cercare nonostante tutte le batoste e delusioni.
Mauro Repetto, come ripete la ragazza alla fine del video sopra: tanta roba!