Coronavirus allerta ristoranti e negozi cinesi
La paura del Coronavirus sta spopolando anche nei confronti dei ristoranti e dei negozi cinesi, i gestori delle attività accusano il colpo per le vendite mancate
La psicosi da contagio del Coronavirus sta toccando tutti. Molti ristoranti e negozi cinesi si sono svuotati. I cittadini si preoccupano, hanno paura del contagio. La cosa è peggiorata dopo l’annuncio dei casi contagiati in Italia.
Il ministro della salute Roberto Speranza ci vuole rassicurare e dice:” Non c’è nessun rischio collegato alla ristorazione cinese o ad abiti cinesi“. Ma non sembra aver ottenuto dei risultati, con queste dichiarazioni. E così ci si trova con negozi vuoti.
Gestori che pensano sia il caso di abbassare le serrande e mancato lavoro anche per i dipendenti. Si è parlato con alcuni gestori di queste attività, che hanno rilasciato le loro opinioni :” Si è creata una situazione che non è normale. Da un po’ di tempo, ci sono molti meno clienti. prima il sabato e la domenica si presentavano 200 o 300 persone, adesso al massimo trenta”.
Numeri che spingono i gestori a pensare di abbandonare l’attività. Uomo di origini orientali ci dice :” A pranzo e a cena vengono al massimo cinque persone, come si fa? perciò sono in pochi a lavorare qui adesso”. Il Ministro della Salute rincalza la dose :” Normalmente, le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati, rispettando le buone pratiche igieniche, ed evitando il contatto tra alimenti crudi e quelli cotti”.
Facendo un giro ci si rende conto che non sono solo i ristoranti a subire questa forte psicosi da Coronavirus. Anche i negozi di abbigliamento. Molti dei quali hanno già preso la decisione di chiudere :“Non riusciamo ad affrontare le spese” ci dicono.
La gente ha paura e evita a prescindere, non vuole rischiare anche dove il rischio non c’è. Un’altra testimonianza viene da un’altro imprenditore. Proprietario di un grandissimo negozio, che vende un po’ di tutto:” Stiamo cercando di non chiudere e di reggere la crisi, stiamo cercando di sopravvivere“.