“Così non è giusto” il famoso presentatore del programma Rai scoppia in lacrime quando scopre che è stato cancellato
Proteste dei giornalisti Rai a Napoli contro i tagli ai programmi di approfondimento, guidate da Sigfrido Ranucci, evidenziano il conflitto tra la comunicazione ufficiale e la realtà dell'informazione.
Due realtà contrapposte si trovano a pochi passi l’una dall’altra, creando un contrasto significativo. Mentre nel Centro di Produzione Rai di Napoli si svolgevano eventi ufficiali volti a presentare i nuovi palinsesti, con un’atmosfera di entusiasmo e ottimismo, all’esterno si svolgeva una protesta silenziosa, caratterizzata da cartelli e volti seri. Questa manifestazione è rappresentativa della situazione dei giornalisti, che si oppongono a decisioni aziendali che sembrano privilegiare contenuti più leggeri a scapito di un’informazione di approfondimento, sempre più trascurata.

In prima linea in questa protesta si è trovato Sigfrido Ranucci, noto volto del programma Report. A differenza dell’anno precedente, quando aveva scelto un approccio di assenza, quest’anno ha deciso di partecipare attivamente, portando la sua voce e quella dei suoi colleghi a denunciare i tagli che stanno colpendo il settore. La riduzione di quattro puntate per Report non è solo una questione di numeri, ma rappresenta una vera e propria dichiarazione d’intenti da parte dell’azienda, secondo Ranucci, il quale ha sollevato interrogativi sull’effettiva stabilizzazione dei precari annunciata dall’amministratore delegato. Ranucci ha espresso preoccupazione sul destino di queste risorse, suggerendo che potrebbero essere destinate ad altre aree, riducendo ulteriormente le capacità delle redazioni operative.
Accanto a Ranucci, altri colleghi hanno partecipato attivamente alla protesta. Tra questi, Duilio Giammaria ha vissuto un momento particolarmente toccante, mostrando la sua emozione davanti alle telecamere. La cancellazione del suo programma Petrolio rappresenta per lui un evento doloroso, non solo dal punto di vista professionale ma anche simbolico, in un momento in cui il servizio pubblico dovrebbe riaffermare il suo impegno per l’informazione di qualità. Giammaria ha espresso il suo dispiacere, evidenziando il senso di impotenza che pervadeva l’atmosfera tra i presenti, i quali sentono che il loro lavoro e i loro sforzi non vengono rispettati e riconosciuti come dovrebbero.
Ranucci ha sottolineato l’importanza delle emozioni nel loro lavoro, affermando che la comunicazione avviene attraverso gli occhi e le parole, non attraverso mere statistiche e programmazioni. Questa visione è condivisa da tanti colleghi, che ritengono che la missione del servizio pubblico debba sempre garantire l’indipendenza editoriale e una qualità elevata nell’approfondimento. All’interno del Centro di Produzione di Napoli, si stavano svolgendo incontri ufficiali, con l’amministratore delegato Roberto Sergio che cercava di presentare un’immagine di stabilità e inclusività. Tuttavia, la realtà esterna, rappresentata dai professionisti in protesta, raccontava una storia completamente diversa, quella di un settore in difficoltà, con il rischio di essere emarginato e di vedere ridotte le opportunità di un’informazione di qualità.
Queste due realtà rappresentano un conflitto evidente. Da un lato, la Rai si mostra al pubblico con eventi celebrativi e l’inaugurazione di nuovi contenuti, mentre dall’altro si evidenziano le problematiche interne che minacciano la qualità del giornalismo. La situazione attuale non riguarda solo il palinsesto, ma solleva interrogativi fondamentali sulla sostenibilità del servizio pubblico in una democrazia moderna, evidenziando la necessità di un ripensamento delle strategie editoriali e delle priorità aziendali.