Drusilla Foer e Pegah Moshir Pour a Sanremo 2023 a sostegno del popolo iraniano, il toccante intervento
Un intervento davvero toccante
A sostegno del popolo iraniano, Drusilla Foer e Pegah Moshir Pour a Sanremo 2023 propongono un intervento molto toccante e commovente. La giovane attivista iraniana ha ricordato, sul palco dell’Ariston, cosa sta vivendo il suo popolo da mesi. Accanto a lei, a sostenerla nel finale, per ricordare tutti i diritti calpestati in Iran, Drusilla Foer.
Amadeus ha accolto sul palco del Festival Pegah Moshir Pour, un’attivista di origini iraniane, che da molti anni vive in Basilicata. Da tempo la giovane ragazza di 22 anni, nata a Teheran ma lucana d’adozione, si batte per raccontare cosa accade in Iran.
Consulente di una multinazionale, Pegah Moshir Pour racconta le proteste, le battaglie per la libertà, i diritti calpestati, la volontà di uomini e donne di cambiare le cose, anche mettendo a rischio la loro vita. Perché questo è quello che succede in Iran quando si cerca di protestare contro leggi dure, ingiuste, terribili. Come tristemente ci ricorda la storia di Mahsa Jina Amini.
Mi chiamo Pegah, italiana di origine iraniana, nata tra i racconti del “Libro dei Re” cresciuta tra i versi de “La Divina Commedia”. In Iran non avrei potuto parlare da un palcoscenico perché sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa. Per questo ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione cresciuta nella repressione.
Queste le parole della giovane attivista, che poi aggiunge:
Io mi chiedo esiste un paradiso forzato? Da noi si. Come si può chiamare un posto dove un regime uccide persino i bambini? Voglio ricordare al mondo che la musica è un diritto umano e per spiegare meglio quello che i miei coetanei stanno vivendo vorrei usare la melodia e le parole di una canzone diventata l’inno della rivoluzione, Baraye di Shervin Hajipour.
Drusilla Foer e Pegah Moshir Pour a Sanremo 2023: i diritti negati ogni giorno in Iran
Drusilla e Pegah concludono insieme l’intervento, ricordando tutti gli assurdi divieti di un Paese che non permette di esprimersi, di amare, di vivere.
Per ballare nei vicoli. Per il terrore quando ci si bacia. Per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle. Per cambiare le menti arrugginite. Per la vergogna della povertà. Per il rimpianto di vivere una vita ordinaria. Per i bambini che si tuffano nei cassonetti e i loro desideri. Per questa economia dittatoriale. Per l’aria inquinata. Per Valiasr e i suoi alberi consumati. Per Pirooz e la possibilità della sua estinzione. Per gli innocenti cani illegali. Per le lacrime inarrestabili. Per la scena di ripetere questo momento. Per i volti sorridenti. Per gli studenti e il loro futuro. Per questo paradiso forzato. Per gli studenti d’élite imprigionati. Per i ragazzi afghani. P
er tutti questi “per” che non sono ripetibili. Per tutti questi slogan senza senso. Per il crollo di edifici finti. Per la sensazione di pace. Per il sole dopo queste lunghe notti. Per le pillole contro l’ansia e l’insonnia. Per gli uomini, la patria, la prosperità. Per la ragazza che avrebbe voluto essere un ragazzo. Per le donne, la vita, la libertà.Per la libertà.Per la libertà.Per la libertà…