“È stato un inferno, cosa dico alla bimba quando mi chiede di papà” Sophie Codegoni rompe il silenzio per la prima volta: il drammatico racconto
Sophie Codegoni racconta la sua dolorosa esperienza di stalking da parte dell'ex compagno Alessandro Basciano, evidenziando la sua lotta per la libertà e la sicurezza della figlia.
Il racconto di una giovane madre, che passa dalla celebrità al dramma personale, offre uno spaccato intensamente umano e complesso. Sophie Codegoni, influencer con oltre un milione di follower, ha deciso di condividere la sua dura esperienza attraverso il Corriere della Sera. Il fulcro della sua narrazione è la denuncia di stalking contro l’ex compagno e padre della sua bambina, Alessandro Basciano. Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento per Basciano, il quale deve anche indossare un braccialetto elettronico in attesa del processo. Le parole di Sophie rivelano un profondo stato di angoscia: «Sto vivendo un inferno. Sono sola. Ho tanto odio addosso».

Le misure cautelari stabilite dal tribunale per Basciano includono il divieto di contatto e la restrizione di avvicinamento a meno di 500 metri da Sophie e dalla loro figlia. Questa situazione legale ha sollevato una serie di interrogativi sulla sicurezza e sul benessere delle vittime di violenza. Sophie ha scelto di rendere pubblica la sua esperienza, portando alla luce una realtà spesso invisibile, ma profondamente radicata nella società.
La storia di Sophie e Alessandro
Sophie Codegoni e Alessandro Basciano si sono incontrati nel 2021 all’interno della casa del Grande Fratello Vip. All’epoca, Sophie aveva solo 19 anni e Basciano ne aveva 31. La loro relazione sembrava promettente, ma la realtà si è rivelata ben diversa. Sophie ha descritto la sua esperienza con Basciano come una sorta di prigionia emotiva, affermando: «Finché sono stata a Roma con lui, è andato tutto bene. Lui aveva il controllo totale su di me. Vivevo in una bolla».
La nascita della loro figlia, Celine Blue, nel maggio 2023, ha segnato un momento cruciale. Invece di rafforzare il legame, ha fatto emergere problematiche profonde. Con Basciano spesso assente per motivi di lavoro, Sophie si è trovata sola a gestire la maternità e, con il tempo, ha scoperto i tradimenti del compagno. Questo l’ha portata a tornare a Milano dalla sua famiglia, ma da quel punto in poi ha subito una serie di minacce e intimidazioni. Sophie ha raccontato di essere stata pedinata, di ricevere messaggi di ricatto e di vivere nella continua paura di Basciano.
Il coraggio di denunciare
La decisione di Sophie di denunciare è arrivata dopo un episodio estremamente violento. Un amico di Sophie è stato aggredito da Basciano, il quale ha minacciato Sophie con parole terribili: «Ho appena ammazzato di botte il fr*cio tuo amico, ora arrivo e ammazz* anche te». Quella telefonata è stata il punto di rottura per Sophie. «Ho perso 10 kg, ero a pezzi. Ma ho detto basta». La denuncia ha portato a un provvedimento cautelare nei confronti di Basciano, ma non è stata una liberazione immediata per Sophie.
La giovane madre ha confessato di aver provato un senso di colpa, considerandolo un fallimento personale. La sua decisione di collaborare con le autorità, presentando prove della violenza subita, ha rivelato una verità devastante. Le forze dell’ordine, dopo aver esaminato le prove, hanno confermato la gravità della situazione: «È tutto più infernale di quanto sembrava».
Un messaggio di speranza e consapevolezza
Attualmente, Sophie vive con un dispositivo anti-stalker fornito dai carabinieri, che le permette di chiedere aiuto in caso di necessità. Nonostante le difficoltà economiche che l’hanno costretta a rinunciare alla sicurezza di una guardia del corpo, Sophie continua a lavorare e a crescere sua figlia nel miglior modo possibile. Quando la bambina la chiama “papà”, Sophie risponde: «Papà è al lavoro». La sua determinazione a proteggere la figlia è palpabile, ma il dolore interiore rimane. «Mi sento svuotata, piango sempre. Oggi ogni parola è una ferita», ha dichiarato.
Nonostante le critiche e i commenti negativi, spesso provenienti da altre donne, Sophie rimane ferma nella sua posizione. La denuncia non è stata un atto di vendetta, ma un tentativo di difendersi e di proteggere se stessa e la sua famiglia. La sua voce è un appello a tutte le donne, affinché comprendano che non è mai colpa loro. Sophie Codegoni chiede ascolto e rispetto, affermando che la società tende a non vedere il problema fino a quando non è troppo tardi. La sua esperienza è un monito per tutti, affinché si prenda coscienza della violenza di genere e si lavori per un cambiamento reale e duraturo.
La vicenda di Sophie Codegoni e Alessandro Basciano ci ricorda l’importanza di supportare le vittime e di lavorare per una società più giusta e sicura per tutti.