Elena Santarelli, dopo la malattia del figlio Giacomo, è in terapia psicologica

Elena Santarelli, dopo la brutta malattia del figlio Giacomo, ha confessato di essere in terapia psicologica. La showgirl ha avuto un crollo

Elena Santarelli, in un lungo racconto a cuore aperto, ha confessato che dopo la terribile malattia del figlio Giacomo ha avuto un crollo che l’ha costretta a seguire una terapia psicologica, nonostante sia una donna fortissima questa volta la showgirl non è riuscita a tenere botta

“Chi ti dice di lasciarsi tutto alle spalle non sa di che cosa sta parlando, non ha vissuto la malattia. Ripercorrere alcune vicende mi ha fatto male, per questo, e non mi vergogno a dirlo, sto seguendo una terapia psicologica. Si chiama “Emdr” e si basa sul movimento degli occhi tra la psicoterapeuta e il paziente per elaborare il dolore.

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Questa tecnica ha aiutato anche Giacomo. (…) Quando Giacomo era sotto terapia, volevo fare tutto da sola, mi sentivo Wonder Woman. Il mio unico pensiero era andare avanti, sembravo dopata. Poi c’è stato il crollo e ho capito di aver bisogno di aiuto.”

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Elena Santarelli recentemente ha anche scritto un libro per raccontare la brutta esperienza vissuta accanto al bambino, il ricavato del libro andrà tutto in beneficenza all’associazione Heal (ente di ricerca nell’ambito ella neuro-oncologia pediatrica)

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Oggi, fortunatamente, il piccolo sta bene e a raccontarlo è proprio mamma. Elena che spiega: “Siamo nella fase “Follow up”, quindi per i prossimi cinque anni dobbiamo comunque fare controlli, ma l’ottimismo non ci mancherà mai

Alla domanda, ‘avrete presto un altro bambino?’ la showgirl non esita e risponde in modo chiaro e diretto: “Adesso proprio no, perché quando metti al mondo un figlio non ti rendi conto di tante cose, non pensi certo a quelle brutte. In questo caso sarebbe veramente rischioso per me, devo prima riprendermi, recuperare me stessa.”

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Inoltre la donna ha anche raccontato che prima della diagnosi del figlio anche lei pensava di avere un tumore:

“Ero stata operata per una coxartrosi. L’operazione era andata bene, ma il dottore mi disse che aveva trovato un tessuto che lo preoccupava, e quindi mi fecero una biopsia per capire se si trattava di una massa benigna o maligna (…) Se avessi dovuto fare il percorso di Giacomo non avrei avuto la sua forza e il suo coraggio.”