Fedez chiarisce perché ha scritto canzoni omofobe: “Ho sbagliato anche io”

Le dichiarazioni di Fedez sul palco del Primo Maggio hanno ovviamente smosso gli animi, mediatici e non. Il partito della Lega, il più attaccato durante il lungo discorso del rapper milanese, ha ovviamente controbattuto alle affermazioni del ragazzo.

Fedez

Il marito di Chiara Ferragni però, che non si tira mai indietro, ha dato delle spiegazioni ad ogni attacco ricevuto dalla controparte. Al ragazzo è stato recriminato il fatto che anche lui in passato abbia usato frasi omofobe, soprattutto nei testi di alcune canzoni.

Il tutto ovviamente smonterebbe la credibilità di Fedez che si batte ormai per i diritti civili e per il DDL Zan che regolerebbe proprio le discriminazioni per la comunità LGBT+. Ora, sul suo canale social, il cantante ribatte e spiega:

Amici leghisti, il punto è un altro. Adesso vi dirò una cosa che vi piacerà tantissimo: ho peccato anch’io, da giovane, ho sicuramente detto delle cose omofobe, non c’è mai stata nel quartiere dove sono cresciuto educazione in tal senso, ma poi ho cercato di migliorarmi.

Il ragazzo dopo aver dato delle spiegazioni concrete anche sui testi incriminati ha spiegato di essersi corretto con il tempo e di essere cresciuto, i testi fanno riferimento al periodo in cui il cantante aveva appena 20 anni.

Fedez e Chiara

Ho sbagliato per cose dettate dall’ignoranza. Ho fatto un testo recentemente che è stato giudicato transfobico. Non era voluto. Ho invitato una ragazza trans al mio podcast, abbiamo affrontato il tema e ho imparato un sacco di cose. Perché non mi voglio dare preclusioni. Ma capite che dire ‘se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno’, da una persona che deve rappresentare il paese, non da un rapper, è una cosa che ha un peso completamente diverso?

Ma poi, amici leghisti, voi davvero volete andare a rimestare nel mio passato quando il vostro leader, qualche anno fa, fece un video in cui disse ‘Napoli mer**, Napoli colera, sei la rovina dell’Italia intera’? E oggi va a Napoli a chiedere i voti ai napoletani.