Giffoni 2019: Goodbye Experience, Welcome Opportunity
L'ultimo giorno dal Giffoni Film Festival, i vincitori e le grandi novità per il futuro
Siamo arrivati alla conclusione di questa 49esima edizione del Giffoni Film Festival. Nell’ultimo giorno si respira già quella classica atmosfera in bilico tra tristezza, malinconia, ma anche eccitazione per scoprire quello che l’attesa edizione dei 50 anni riserverà al Giffoni Film Festival.
Il Giffoni Film Festival è una vera e propria famiglia. Una famiglia allargata in tutto il mondo dove non sono i legami di sangue o il colore della pelle ad unirci, ma è l’amicizia, l’affetto, la passione per un mondo, come quello del cinema, che brucia inesauribile. Oggi si conclude una nuova ed importante edizione per il Giffoni Film Festival. Un’edizione che – come ha detto lo stesso direttore Gubitosi durante la cerimonia di chiusura – funge da ponte verso una nuova era. Un nuovo Giffoni. Una nuova generazione che inizia il suo grande percorso con la futura 50esima edizione.
I ragazzi sono estasiati. Si stringono, ridono, urlano e piangono mentre la cerimonia di chiusura annuncia i vincitori di questa edizione e le luci dei cellulari illuminano la cittadella mentre l’iconica Never Ending Story risuona per tutta la Valley. Un’edizione importante quella del 49esimo Giffoni Film Festival, che ha visto alternarsi tantissimi ospiti, internazionali e nazionali. Ed, infatti, proprio in questo ultimo giorno, prima di scoprire i vincitori, ci sono ancora incontri da fare, artisti da scoprire e pellicole da vedere.
Gli incontri del nono giorno
Da Filippo Nigro a Mahmood, l’ultimo giorno al Giffoni Film Festival non vuole essere privo di sorpresa, per arrivare carichi al gran finale.
“I valori importanti si respirano in famiglia: spesso l’odio contagioso di questi tempi nasce, ahimè, dall’ignoranza. Forse sì, ci vorrebbe un Giffoni anche per gli adulti“: Filippo Nigro incontra masterclassers e jurors nella giornata conclusiva della 49esima edizione. Nessun tono apocalittico, né sfiduciato nei confronti del futuro che attende i ragazzi: “Essere giovani oggi è una figata! Non guardiamo solo al peggio e non demonizziamo le nuove tecnologie: tra cellulari e digitali, chi vuole esprimere la propria creatività ha mezzi straordinari per farlo“.
Un modello senza dubbio per i Giffoners che possono spaziare con lui dal cinema al teatro, dalle serie tv ai videoclip. L’attenzione è rivolta soprattutto all’ultimo film di Ferzan Ozpetek, La Dea Fortuna, in uscita al cinema il 28 novembre 2019 distribuito da Warner Bros., che vede nel cast altri due ospiti di #Giffoni2019, Stefano Accorsi e Edoardo Leo, e nel quale interpreta un uomo in crisi con il compagno dopo l’arrivo di due figli. ” Famiglia è dove c’è amore e questo film lo ribadisce. Ho accettato il ruolo praticamente al buio, ancor prima di leggere il copione: di Ferzan mi fido. Dopo Le Fate Ignoranti e La Finestra di Fronte, tornare sul set con lui è stato un tuffo nel passato“.
Un’edizione ancora più lunga e speciale
“Giffoni – ha dichiarato Giovanni Cioffi, masterclass Connect – è un posto che amo definire la piazza del mondo perché qui non conta da dove vieni, quale sia il tuo colore della pelle, che partito voti, qui fai parte di un’esperienza unica. Di Giffoni mi fa effetto la libertà che abbiamo di poter dire quello che pensiamo”. Libertà che i giovanissimi protagonisti del Giffoni, dal prossimo anno, potranno vivere un giorno di più sulla loro pelle. Si, perché sebbene a tutti sarebbe piaciuto vedere un’edizione da 20 giorni, il direttore Claudio Gubitosi ha comunque provato a venire incontro ai suoi ragazzi, regalando un giorno di più al Festival.
“La prossima edizione – ha anticipato – si terrà dal 16 al 25 luglio del 2020 e sarà preceduta da quattro tappe in Italia: Sicilia, Calabria, Sardegna e Veneto con i tanti progetti che realizziamo con il Miur ed il Mibac. Presto incontrerò il presidente della Regione, De Luca, perché Giffoni è un orgoglio nazionale ma è anche un super orgoglio campano. Inviteremo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e lo faremo a modo nostro, chiedendogli di ricevere una delegazione di ragazzi. E poi andrò a Bruxelles perché possa esserci il Commissario Europeo alla Cultura insieme al presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli”.
Una parata di stelle? Gubitosi pensa a ritorni di grandissimo prestigio: “Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è quello di far tornare per il cinquantenario del Festival i grandi talenti che hanno segnato la storia di Giffoni, uno al giorno insieme a uno giovane. Penso a Meryl Streep e a Roberto Benigni. Vedremo di convincere Robert De Niro che è stato da noi nel 1983”.
Le novità però non finiscono qui. Il direttore ha proprio deciso di far sognare i ragazzi, regalandolo pillole di quella che sarà la prossima edizione. “Senza dubbio – ha continuato – avremo più giurati. Il minimo è averne 6500. E quindi dovremo avere una nuova sala temporanea. E dovremo mettere in campo nuove masterclass. Giffoni, poi, è la Multimedia Valley, è la Cittadella, ma è anche Giffoni Sei Casali o Montecorvino Rovella che hanno strutture bellissime da utilizzare in maniera da far crescere il territorio. Il progetto speciale che presenteremo al Mibac punterà sui cinquanta ambasciatori che abbiamo nominato quest’anno che potranno portare Giffoni in tutte le città italiane, un esempio di politica che parte dal basso. Come quasi mai accade”.
Goodbye Experience, Welcome Opportunity
“Giffoni non finisce, questa è solo una pausa”. E, tracciando un bilancio del Festival 2019, riserva un po’ di sorprese. “Mediterò molto sulle masterclass del 2019-2020. Nel senso – spiega il direttore – che è probabile che ci vedremo ancora per tre o quattro volte, prima che l’anno finisca, per continuare il nostro percorso”. E annuncia: “L’anno prossimo le masterclass saranno diverse”. L’obiettivo è “favorire le contaminazioni dei vari linguaggi, perché– sottolinea – non mi piace questa settorializzazione. Vorrei creare momenti in cui starete tutti uniti”. E non poche proposte arrivano dai giffoners della Masterclass Connect, come “lavorare per obiettivi per realizzare qualcosa di concreto da presentare alla fine”, ma anche “avere più spazio di confronto tra di noi, concentrarci sugli incontri, rielaborarli perché il genio per noi si sostituisce con il lavoro in team”, chiedono i giffoners.
Spazio, nell’incontro di saluto tra Gubitosi e le Masterclass, a progetti futuri e futuristici, ad ambizioni e speranze: “L’unica cosa che si deve sempre fare è non pensare a quello che si è già fatto“, afferma il direttore rispondendo alla domanda di un masterclassers. E immagina il Festival tra dieci anni: “Con Giffoni Opportunity mischiato a Experience credo che Giffoni diventerà uno dei luoghi da visitare, perché su Giffoni sarà fatta anche una serie” sorride, ripensando alla proposta lanciata al direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta.
In attesa (e nella speranza) della serie tv, non manca la foto di gruppo sulle gradinate della Sala Galileo. L’istantanea dell’Experience che sta per trasformarsi in Opportunity. E dell’edizione del Giffoni Film Festival numero 49 che sta per cedere il passo all’edizione numero 50.
Tutti i vincitori
Si chiude la 49esima edizione del Festival – dando appuntamento al 2020, anno del 50ennale – ma non si ferma la voglia di stare insieme e di premiare, dopo giorni intensi tra proiezioni e dibattiti, i sei lungometraggi vincitori del Gryphon Award 2019. Una selezione appassionata che ha messo a confronto oltre 100 opere in concorso, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari, scelti tra 4100 produzioni (provenienti da tutta Europa ma anche da Giappone, Corea del Sud, Iran, Canada eStati Uniti) ricevute in preselezione.
Elements +6: ROCCA CHANGES THE WORLD di Katja Benrath (Germania, 2019)
Rocca vive da sola in una grande casa: impavida e piena di curiosità, trova in Caspar un amico insolito che si rivelerà il prepotente della classe, ma la cosa più importante per la bambina è conquistare il cuore di sua nonna.
Elements +10: TEACHER di Siddharth Malhotra (India, 2018)
Nell’opera incontriamo Naina Mathur, un’aspirante insegnante affetta dalla sindrome di Tourette. Dopo diversi colloqui e numerosi rifiuti, ottiene il lavoro dei suoi sogni come insegnante a tempo pieno in una delle scuole più esclusive della città. Tuttavia, comprende presto che all’interno della sua classe ci sono studenti che le daranno problemi.
Generator +13: BLINDED BY THE LIGHT by Gurinder Chadha (UK/Regno Unito)
Una storia di coraggio, amore, speranza e famiglia, intrisa della capacità che ha la musica di sollevare lo spirito umano. La regista è nota al pubblico per Sognando Beckham. Il lungometraggio, nelle sale italiane a partire dal 29 agosto distribuito in Italia da Warner Bros. Pictures, racconta di Javed, un adolescente britannico di origine pakistana, che vive nella città di Luton, in Inghilterra, nel 1987. Nel tumultuoso clima razziale ed economico dell’epoca, Javed scrive poesie per sfuggire all’intolleranza della città natale e all’inflessibilità del padre tradizionalista ma, quando un compagno di classe lo introduce alla musica di Bruce Springsteen, il ragazzo trova nei potenti testi del cantautore dei parallelismi con la sua vita e comincia a trovare il coraggio di esprimersi con la sua voce.
Generator +16: GIANT LITTLE ONES di Keith Behrman (Canada, 2018)
Franky Winter e Ballas Kohl sono amici fin dall’infanzia. Rappresentano l’élite del liceo: belli, star della squadra di nuoto e popolari con le ragazze, vivono una perfetta vita da adolescenti, fino alla memorabile festa del diciassettesimo compleanno di Franky, quando entrambi vengono coinvolti in un incidente che cambierà le loro vite per sempre.
Generator +18: THE PLACE OF NO WORDS di Mark Webber (USA, 2019)
Protagonista è Bodhi Palmer e la sua famiglia. Al centro del film il modo in cui affrontiamo la morte e l’amore, le risate e il dolore, raccontato attraverso gli occhi di un padre e di suo figlio.
Gex Doc: IN THE NAME OF YOUR DAUGHTER di Giselle Portenier (Canada/Tanzania/Regno Unito, 2018)
Rosie Makore è scappata dalla sua casa nel nord della Tanzania per salvarsi dall’infibulazione e dal matrimonio che i genitori hanno pianificato per lei. Ad aiutarla è Rhobi Samwelly, una delle donne più carismatiche d’Africa, che accoglie ragazze di ogni religione in una casa rifugio e gira per le campagne per combattere questa tradizione millenaria.