“Hanno bocciato mio figlio in terza media” la famosa annuncia la disavventura del figlio, ma è bufera

Una madre influencer denuncia la bocciatura del figlio su TikTok, scatenando un acceso dibattito su responsabilità educative tra scuola e famiglia e suscitando reazioni contrastanti nel pubblico.

Un video condiviso su TikTok ha riacceso il dibattito sul ruolo di genitori e scuole nell’educazione dei giovani. Al centro della controversia c’è una madre influencer, conosciuta con il nome di CHRIsMOM, che ha deciso di esprimere pubblicamente il suo disappunto per la bocciatura del figlio all’esame di terza media. Pamela Grecchi, questo il suo vero nome, ha raccontato di aver ricevuto la notizia della non ammissione in modo inaspettato, descrivendo la situazione come un’ingiustizia. Tra lacrime e indignazione, ha dichiarato di essere rimasta scioccata dalla decisione.

In un lungo sfogo condiviso sui social media, Pamela ha narrato il momento in cui ha ricevuto la chiamata dalla scuola, inizialmente credendo si trattasse di uno scherzo da parte dei compagni di suo figlio. Tuttavia, la comunicazione era seria: Christian, il suo adolescente, era stato bocciato. La scuola aveva precedentemente inviato una lettera già a metà maggio, evidenziando diverse insufficienze, ma secondo la madre, il tempo intercorso tra il 14 maggio e il primo giugno non avrebbe permesso un recupero efficace. Da quel momento ha iniziato a denunciare pubblicamente quella che considera una grave ingiustizia nel sistema scolastico.

“Hanno bocciato mio figlio”: il video della mamma diventa virale

Nel suo intervento, Pamela minimizza le difficoltà scolastiche del figlio, dichiarando: «Aveva tre insufficienze! Matematica, che vabbè, lo sappiamo tutti. Poi cinque in inglese, dato che lui non lo mastica, e cinque in geografia, come la mamma». Con sarcasmo, aggiunge anche che le note ricevute da Christian erano per motivi leggeri, come “aeroplanini di carta” o “email al compagno di banco”. Secondo lei, nulla di tutto ciò giustificherebbe una bocciatura. «Non si può basare la promozione su 15 minuti di interrogazione contro 3 anni scolastici», ha affermato con veemenza, criticando in particolare l’esito dell’interrogazione orale. Alla fine del suo discorso, ha lanciato una frecciatina, suggerendo che la bocciatura possa essere stata influenzata dalla sua presenza sui social: «Non vi sono piaciuti i miei video su TikTok? Lo accetto, vedremo l’anno prossimo», chiudendo con l’hashtag #prayforchri, divenuto virale.

Tuttavia, è la parte finale del suo discorso a generare maggiori reazioni, poiché Pamela mette in discussione il ruolo della scuola. «La scusa è: abbiamo voluto dare un insegnamento a tuo figlio, ma che scusa è? Voi siete i genitori? Se siete i genitori, allora dovreste sostenere i costi e mantenerlo voi. Altrimenti, voi fate i professori e io il genitore», ha affermato, rivendicando il suo diritto all’educazione del figlio e accusando la scuola di aver oltrepassato i suoi confini.

Le reazioni e il dibattito online

Il video ha rapidamente accumulato oltre un milione di visualizzazioni, innescando un acceso confronto tra coloro che ritengono che la scuola debba fornire non solo istruzione, ma anche educazione, e chi, come Pamela, considera la bocciatura un’invasione nel ruolo genitoriale. Un utente ha commentato: «Il male sono certi genitori che pensano che i propri figli siano dei santi, dando la colpa alla scuola o agli insegnanti». Altri hanno espresso nostalgia per tempi passati, quando la responsabilità per i fallimenti scolastici era percepita in modo diretto dagli studenti: «Una volta la colpa era solo mia se venivo bocciato».

Questo non è il primo caso di polemiche sui social riguardanti l’educazione, ma il caso di CHRIsMOM sembra aver toccato un nervo scoperto. La sua testimonianza, che mescola un forte sfogo personale con una denuncia pubblica, ha diviso l’opinione pubblica e riaperto una questione mai risolta: chi ha la responsabilità principale dell’educazione, la scuola o la famiglia? E quando un insuccesso scolastico diventa virale, è lecito interrogarsi se il vero insegnamento stia realmente giungendo ai ragazzi.