#ijf15 Festival Internazionale del Giornalismo: a Perugia dal 15 al 19 aprile

La nona edizione del festival: oltre duecento eventi tra ospiti speciali e incontri sui temi di privacy, libertà di stampa e crowdfunding

Lo slogan di quest’anno? È #ijf15 Everybody learning from everybody else, ovvero, “Tutti possono imparare da tutti“. La nona edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, in programma dal 15 al 19 aprile 2015, si concentra tutta sulla macro-tematica della libertà di espressione che trova la sua estensione sui temi relativi alla sicurezza e alla privacy (vedi video promo)

A testimonianza di ciò è il fatto che l’ospite più atteso di questa edizione è Edward Snowden. L’intervento dello speaker previsto per il 17 aprile avverrà attraverso un collegamento via Skype. Con lui ci sarà anche Laura Poitras, la regista che ne ha raccontato le vicende con Citizenfour, premiato a febbraio con l’Oscar per il miglior documentario.

Snowden, per chi non lo sapesse, è un ex tecnico della CIA e collaboratore della NSA, che nel giugno del 2013 denunciò al The Guardian delle gravissime violazioni della privacy da parte della NSA, che rivelarono al mondo quanto gli Stati Uniti fossero in grado di spiare davvero chiunque. Al dibattito di Perugia del 17 aprile sarà presente in sala Ben Wizner, l’avvocato di Snowden, insieme a Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili: un momento a dir poco epico.

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Edward Snowden

Il festival presenta un programma molto ricco di appuntamenti: oltre 200 gli eventi, con 500 speaker provenienti da 34 paesi e 50 workshop, tutti a ingresso rigorosamente gratuito, perché il giornalismo deve essere accessibile a tutti e trova la sua forza nella partecipazione e nella condivisione.

Tra gli ospiti più importanti: Aron Pilhofer, direttore esecutivo del settore digitale di The Guardian, Jeff Jarvis, guru dell’open web e professore alla Graduate School of Journalism della City University di New York, Andrew Mitchell, direttore news di Facebook, in onore degli avvenimenti di Parigi Khalid Albaih, vignettista sudanese in esilio in Qatar e il blogger Ali Abduleman.

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Una vignetta di Khalid Albaih – immagine dalla pagina facebook ufficiale di Khalid Albaih

A proposito di Charlie Hebdo, nel corso del festival è prevista la proiezione di Cabu, il documentario girato nella redazione parigina nel 2006, quando il periodico decise di pubblicare la prima vignetta su Maometto.

I nomi italiani di peso saranno: Vittorio Zincone in conversazione con Paolo Mieli, Vittorio Feltri, Enrico Mentana, Marco Damilano, e Giovanna Zucconi.

Aldilà del giornalismo, ci sarà un appuntamento il 19 aprile con Giuliano Sangiorgi e Andrea Mariano dei Negramaro, dal titolo Una storia così grande che al giornalista Luca Valtorta ripercorreranno le tappe fondamentali della loro carriera.

Altro filone tematico importante in questa nona edizione è quello relativo alla crisi del mondo dell’editoria. Una delle vie d’uscita proposte è il crowdfunding e una formula pay-per-view in stile iTunes. Ne parlano Raju Narisetti, senior vice president di News Corporation, e il giovane Alexander Klopping, che due anni fa ha fondato di Blendle, un sistema olandese di giornalismo pay-per-view basato sul modello iTunes, supportato dal New York Times e dall’editore tedesco Axel Springer.

Un festival imperdibile sotto molti punti di vista, un’occasione per partecipare e capire tutti insieme come dare dignità alla nostra professione.

Per scaricare il programma completo andare alla pagina ufficiale del festival