Il dramma di Isabella Ferrari: “Speravo non si trattasse di un male mortale”

Il racconto della malattia di Isabella Ferrari, prossima all'esordio su Netflix.

Venerdì 30 novembre sbarcherà su Netflix la seconda serie italiana dopo Suburra: Baby, incentrata sulle baby squillo del Parioli di Roma. Tra le protagoniste c’è Isabella Ferrari che, di recente, ha raccontato di avere vissuto un doloroso dramma personale.

Il dramma di Isabella Ferrari: "Speravo non si trattasse di un male mortale"

Ospite di Mara Venier a Domenica In, l’attrice 54enne ha confessato di avere trascorso momenti terribili a causa di una grave malattia autoimmune: “Speravo non si trattasse di un male mortale”, ha detto.

La Ferrari ha, però, evitato di svelare in televisione il nome della mattina per non permettere al pubblico da casa di reperire informazioni su internet e conseguentemente di fare diagnosi fai-da-te.

Il dramma di Isabella Ferrari: "Speravo non si trattasse di un male mortale"

Dopo la malattia, l’attrice emiliana ha dovuto affrontare un lungo periodo di riabilitazione, con anche trasferte all’estero: “È stato un periodo molto duro, la paura che vedevo negli occhi degli amici, della famiglia, delle persone che mi volevano bene, non ho mai perso la mia quotidianità”.

Oggi, fortunatamente, Isabella Ferrari sta meglio e, come scritto poco su, si sta preparando all’impatto con il pubblico internazionale di Netflix.

A tal proposito, l’attrice ha spiegato che sarà “la madre di una delle adolescenti protagoniste, è un ruolo che desideravo da tanto. Perché una vicenda del genere è stata trattata da Netflix e non dalla Rai? Realizzarla nel momento del MeToo è difficile, però è una storia vera e deve essere raccontata. Vivo ai Parioli e mi ha sconvolto apprenderla. Non è una storia adatta per Rai1 perché non è una storia tranquillizzante. Anche se non so se sia stata proposta anche in Rai o meno”.

Baby-Netflix

Il caso Parioli, infatti, scoppiò nell’autunno 2013 e scosse non solo Roma ma l’Italia intera. L’inchiesta si concluse con dieci arresti e cinquanta indagati, tra cui Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini, che pattegiò una condanna a un anno di carcere e oltre mille euro di multa per prostituzione minorile.