In arrivo il libro di Amanda Knox: tentate molestie e desiderio di suicidio

Amanda Knox racconta la sua esperienza nel carcere italiano e muove accuse pesanti contro personale e detenute

Il caso Meredith torna a far parlare di sé. Mentre in Italia si è deciso di riaprire il caso, negli Usa Amanda Knox promuove il suo libro che a detta dell’avvocato di Washington Robert Bennet sarà “una bomba che scuoterà alle radici le convinzioni di ha seguito questo caso”.
Il libro, che porta il titolo di Waiting to be Heard, è valso già un anticipo di 4 milioni di dollari che il suo agente è riuscito a strappare alla casa editrice Harper Collins, oltre ad un’intervista esclusiva con una delle presentatrici più famose d’America, la giornalista Diane Sawyer, che ospiterà Amanda in studio il 30 aprile, giorno dell’apparizione del libro.

Copertina libro- da pagina ufficiale casa editrice Harper Collins
Copertina libro- da pagina ufficiale casa editrice Harper Collins

Nulla da dire, l’agente sa di certo il fatto suo, basti pensare che è lo stesso agente di Obama, Bill Clinton e George Bush: una bella garanzia!

Ma torniamo al libro. Pare che Amanda muova delle accuse pesantissime di molestie sessuali ad un ispettore del carcere italiano, che ha definito un inferno.

“Era lui ad accompagnarmi a tutte le visite mediche, a volte anche due in un solo giorno e poi nel cuore della notte insisteva a convocarmi in un ufficio al terzo piano del carcere, dove continuava a farmi domande personali”, erano tutte domande di carattere sessuale che poi avrebbero portato l’accusato (che nel libro viene chiamato con tanto di nome e cognome) a proporle un rapporto. In realtà questa non è totalmente nuova, la notizia era già stata trattata un paio di anni fa da testate inglesi, ma senza fare particolare scalpore. Pare inoltre che tal ispettore anni fa sia stato accusato della stessa cosa anche da un’altra detenuta, ma mai ritenuto colpevole, almeno finora.

Amanda racconta anche delle molestie insistenti da parte di una detenuta omosessuale che lei ha ripetutamente rifiutato e del famoso test del HIV che le hanno fatto credere positivo.

Insomma di carne al fuoco ce n’è parecchia e sono certa che susciterà il clamore sperato.

Nel frattempo Amanda è molto amaraggiata per la richiesta di riapertura del processo, di tornare in Italia non se ne parla, vedremo cosa succederà.