La voce delle ossa: la regina del thriller è tornata!!
Ha già collezionato thriller di successo ed ispirato la conosciuta serie tv Bones: il ritorno di Kathy Reichs si chiama La voce delle ossa
A pochi giorni dalla pubblicazione in Italia, mi è stato recapitato questo libro, La voce delle ossa, perchè scrivessi cosa ne pensavo.
Ammetto che generalmente non leggo thriller, non sono assolutamente amante del genere, sia esso letterario o cinematografico.
Non conoscevo Kathy Reichs come scrittrice, o perlomeno non avevo mai letto i suoi libri precedenti, per me era colei che aveva ispirato la serie Bones e mi bastava.
Bones, quella sì che mi piace, ripeto, pur non amando il genere, ho sempre ritenuto che sia una serie molto ben fatta, cruda al punto giusto, originale. Bella anche la caratterizzazione dei suoi personaggi, ci si affeziona.
Ma torniamo al libro. Visti i miei scarsi precedenti posso ammettere che La voce delle ossa si può leggere senza aver prima seguito ogni singola impresa di Terence Brennan, l’antropologa forense protagonista delle opere thriller di Kathy Reichs. La Reichs, ha comunque la capacità d infilare nei punti giusti dettagli sul passato dei personaggi e darti via via un’idea più completa di chi abbiamo difronte.
Il libro comincia piuttosto fortino: un neonato viene trovato morto e la descrizione è a dir poco minuziosa. Non sono una debole di stomaco, ma certi dettagli non sono di facile assorbimento.
La trama si snoda attraverso la ricerca dell’assassino dei neonati (perchè poi ne trovano più di uno) che porterà all’individuazione dei veri carnefici. La Reichs è specializzata nel mandare nel pallone il lettore, le vittime si confondono e niente è come appare dalle prime pagine. Il finale è piuttosto inaspettato, proprio quando credevi di aver intuito tutto, zac, colpo di scena!!
Ribadisco che non sono abituata ai thriller, probabilmente è una formula tipica del genere, ma in ogni caso bisogna anche essere bravi a metterla in pratica e la scrittrice in questione lo è di sicuro.
Essendo una fan della serie che lei produce, non ho potuto fare a meno di notare delle somiglianze, degli aspetti tipicamente cinematografici: dialoghi come piovesse, qualche domanda che la protagonista si pone in fretta tra sé e sé, in mezzo a una frase e l’altra di una qualche discussione, descrizioni come fermo immagine cinematografici sui dettagli, frasi brevi, nessuno spazio per le metafore. Mentre leggevo tutto mi ricordava Bones.
Il libro è buono, adatto a chi ama i thriller, ma non solo, apprezzabilissimo anche da chi questo genere non l’aveva mai toccato prima.
Una curiosità? I ringraziamenti: “Vorrei ringraziare Gilles Etheir, vicecapo coroner del Québec, per le informazioni sulla legislazione vigente nella Provincia in materia di decesso neonatale”.
In fondo la Reichs è sempre stata chiara, come disse lei stessa in un’intervista: “Il mio campo non è per gli schizzinosi”, sono pienamente d’accordo!!