Loredana Bertè ammette i suoi errori e rivela: “Quando è morta Mimì”

Loredana Bertè fa un bilancio della sua vita ammettendo i suoi errori

Loredana Bertè, si può ben dire, ha fatto parte della storia della musica italiana. La sua personalità ribelle e il suo look rock hanno fatto la sua fortuna. Ma questo non significa che la vita sia stata facile per la Bertè. La cantante si è sempre battuta contro le discriminazioni e in favore delle diversità, da accogliere piuttosto che combattere.

Loredana Bertè ammette i suoi errori e rivela
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Ma questa non è stata l’unica lotta che Loredana ha dovuto affrontare. La Bertè, infatti, ha dovuto anche metabolizzare un gravissimo lutto: la morte della sua amata sorella Mimì. Nonostante il dolore, Loredana è riuscita a rialzarsi dal lutto e oggi ci regala ancora i suoi magici successi. Ma non è certo stato facile per la cantante.

Attualmente, il suo ultimo singolo sta scalando le classifiche e, in occasione di questo successo, Il Corriere della Sera ha raggiunto la Bertè per un’intervista. L’obiettivo era quello di fare un bilancio della sua vita, oltre che della sua carriera e, Loredana, non può non rivolgere un pensiero a sua sorella: “Quando è venuta a mancare Mimì nel 1995 ho pensato di mollare. Mi sono chiusa in casa a fissare il soffitto per 2 anni. Poi ho incanalato quel dolore sempre e comunque nella musica”.

Loredana Bertè ammette i suoi errori e rivela
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Questa scomparsa ha portato Loredana a riconsiderare le sue scelte e oggi non ha nessun problema ad ammettere i suoi sbagli: “Nella vita alcune fesserie le ho fatte, sono state discutibili. La più grande è stata lasciare la mia carriera per seguire Borg in Svezia, credevo di farmi una famiglia ma non è andata così”.

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Infine, immancabile il commento dell’artista su un argomento molto discusso: il DDL Zan. Ovviamente, Loredana Bertè è completamente a favore e crede che il decreto vada approvato senza indugi: “Serve che in Italia si ponga fine alle discriminazioni per questione di orientamento sessuale, di identità di genere o disabilità”.