“Loro mi inseguivano e io…” Ne parla per la prima volta a Verissimo e fa commuovere tutti, Silvia Toffanin in lacrime

Il giudice di Amici si racconta a Verissimo e ricorda un episodio doloroso del suo passato

Avere un sogno ed essere derisi per questo. Succedeva una volta e, purtroppo, succede ancora adesso, soprattutto per stereotipi duri a morire. Lo sa bene il giudice di Amici che è stato vittima di bullismo quando era un adolescente. Il suo desiderio più grande era quello di ballare, ma lo prendevano in giro perché la danza è considerata “da femmine”. Oggi che è un ballerino molto famoso si prende la sua rivincita.

giuseppe giofrè verissimo

Ospite di Verissimo, nella puntata di domenica 14 aprile 2024, il ballerino Giuseppe Giofrè si è raccontato nel salotto televisivo di Silvia Toffanin. Il giudice del Serale di Amici ha raccontato la sua vita artistica e privata.

Tutto è iniziato quando 12 anni fa ha vinto proprio il talent show di Maria De Filippi. Lui ha sempre sognato di fare il ballerino e la sua passione lo ha portato anche a ballare a fianco di star internazionali del calibro di Jennifer Lopez e Taylor Swift.

Nato e cresciuto a Gioia Tauro, Giuseppe Giofrè ha sempre amato la danza, avvicinandosi a questo mondo quando era bambino. Non è stato, però, facile portare avanti questo suo sogno nel piccolo paesino calabro.

A Verissimo ha raccontato che tutti quanti gli dicevano che doveva giocare a calcio. Lui, però, voleva solo ballare. Per fortuna non ha ascoltato queste persone, perché alla fine è diventato un grade ballerino.

giudice amici bullismo

Il giudice di Amici è stato vittima di bullismo quando era un teenager

Proprio per questo suo sogno e per la sua caparbietà di portarlo a termine, è stato spesso vittima di episodi di bullismo quando era teenager. Lo ha anche raccontato nel libro Stidda, dedicato al suo amatissimo nonno.

giuseppe giofrè

Ricorda quegli episodi brutti, ma ammette anche che gli hanno dato la forza di continuare e di andare avanti. C’erano diverse persone che lo aspettavano dopo scuola per picchiarlo, solo perché lui sognava di ballare. I genitori non ne sapevano nulla: non voleva farli preoccupare.