Marco Carta: giudice “arresto illegittimo”

Marco Carta: il giudice parla di "arresto illegittimo" e non lo convalida: ecco quali sono state le sue motivazioni elencate nell'ordinanza del tribunale.

Marco Carta: il giudice di Milano Stefano Caramellino aveva definito illegittimo l’arresto del cantante motivando la scarcerazione con una “carenza di gravità indiziaria”: è questo quello che è trapelato dall’ordinanza del tribunale, che è stata diffusa solo oggi. Ecco le sue conclusioni.

Marco Carta era stato arrestato per furto aggravato a La Rinascente di piazza del Duomo a Milano e giudicato per direttissima. L’accusa era infamante e Marco Carta si è visto crollare, in un minuto, il mondo addosso. Il cantante si è presentato davanti a un giudice che, analizzando le prove e gli indizi a disposizione, ha disposto la sua scarcerazione.

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Marco Carta era insieme a una sua amica di 53 anni, anche lei fermata per furto insieme a lui. Ma il giudice non aveva convalidato l’arresto. Le motivazioni erano sconosciute fino ad oggi che è stata resa pubblica l’ordinanza del tribunale.

Le motivazioni del giudice che ha deciso la scarcerazione di Marco Carta sono diverse. Stefano Caramellino ha detto che l’arresto del cantante “non può ritenersi legittimo” e che la sua testimonianza “non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario”.

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Infine, il giudice Stefano Caramellino ha aggiunto che le persone che hanno eseguito l’arresto del cantante “non hanno visto alcunché dell’azione asseritamente furtiva”.

Come vi abbiamo già raccontato, un testimone oculare, un addetto alla sicurezza, avrebbe descritto i movimenti e l’atteggiamento di Marco Carta come “sospetti”. Il giudice, però, ha considerato le sue affermazioni “del tutto eterei, inconsistenti: è normale che due acquirenti si guardino spesso attorno all’interno di un esercizio commerciale di grande distribuzione”. In più, e che la sua deposizione “è formulata in modo del tutto ipotetico”.

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Nell’ordinanza del tribunale si legge anche una probabile spiegazione allo spostamento dei due all’interno de La Rinascente. L’addetto alla sicurezza avrebbe detto che Marco Carta e la sua amica si sarebbero spostati a un altro piano per provare le magliette ma il giudice ha considerato anche questo elemento come non influente. Infatti, secondo lui, Marco Carta e la sua amica avrebbero potuto cambiare piano per trovare un camerino libero dato che, quel giorno, nel negozio, c’era il Black Friday, evento noto per gli sconti e le offerte..

Dunque, il giudice ha ritenuto credibile la versione del cantante Marco Carta concludendo così:

“D’altronde, il fatto che lo sguardo dell’addetto alla vigilanza non sia stato fisso sui due arrestati è riscontrato dal fatto che neanche lui ha affermato di avere visto l’inserimento degli abiti nella borsa, né egli ha precisato in mano a chi fosse la borsa dopo che essa era stata appoggiata nel camerino, né egli ha affermato di avere sentito alcun rumore compatibile con la rottura delle placche anti-taccheggio”, avvenuta con un cacciavite.

Per il giudice, dunque, non si può dire con certezza che “la rottura delle placche antitaccheggio sia avvenuta in un tempo successivo al primo inserimento dei vestiti nella borsa dell’imputata”.

A tutto questo si è aggiunto un dato di fatto: Marco Carta “non deteneva all’uscita dell’esercizio commerciale la borsa contenente i vestiti sottratti: lo si ritiene sulla base delle indicazioni del verbale d’arresto secondo cui ‘la donna risultava avere riposto le maglie appena sottratte ed il cacciavite utilizzato per rimuovere le placche antitaccheggio nella propria borsa personale'”.