“Me lo ha chiesto prima di morire” Rivelate le ultime volontà di Emilio Fede: le parole della figlia
Emilio Fede, noto giornalista italiano, è scomparso a 94 anni. La famiglia rispetta le sue volontà con un funerale privato e una camera ardente accessibile solo ai familiari
Un momento di intimità e rispetto ha caratterizzato l’addio a Emilio Fede, il noto giornalista scomparso a 94 anni nella residenza per anziani San Felice di Segrate. La famiglia ha scelto di onorare le sue volontà, limitando l’accesso alla camera ardente ai soli familiari più stretti. La figlia Sveva ha dichiarato all’Ansa: “Papà diceva sempre ‘quando accadrà voglio andarmene da solo alle 6 del mattino’ e abbiamo voluto rispettare il più possibile le sue volontà. Certo non potevamo non fare il funerale, ma la camera ardente sarà accessibile solo per noi della famiglia”.

Le esequie si svolgeranno domani, giovedì 4 settembre, alle 16 presso la parrocchia di Dio Padre a Milano 2, officiate dal parroco don Gianni Cazzaniga. Questo sarà l’ultimo saluto a un uomo che ha segnato la storia del giornalismo televisivo italiano per oltre cinquant’anni, tra successi e momenti di controversia che hanno influenzato la sua carriera.
Emilio Fede, la camera ardente riservata alla famiglia e le sue ultime volontà
Nell’evocare l’ultimo periodo della vita del padre, Sveva ha descritto un periodo di grande significato e serenità: “L’ultimo periodo è stato bellissimo, un periodo in cui ha fatto un bellissimo ultimo percorso di vita: ha avuto una vita, come sappiamo tutti, piena di riconoscimenti professionali, al lavoro ha dedicato tutta la sua vita”. La figlia ha anche aggiunto che Fede “ha lottato fino in fondo ma se ne è andato tranquillo perché sapeva di raggiungere la mamma”, riferendosi alla giornalista Diana De Feo, sua moglie dal 1965 e scomparsa nel giugno 2021. “Sono felice che abbia incontrato mia madre e che si siano voluti bene, il loro rapporto li ha sempre sostenuti nei momenti belli ma anche molto difficili”, ha concluso Sveva con un’emozione palpabile nella voce.
Sveva ha colto l’occasione per esprimere gratitudine verso il padre per i valori che ha trasmesso nel corso della vita: “Ci ha insegnato tante cose, a non mollare mai, a tirare sempre su la testa come ha sempre fatto in tutti questi anni, lo sappiamo, in tutte le difficoltà professionali che ha dovuto affrontare. Difficoltà che hanno molto rattristato la sua vita e anche la nostra, ma lui non si è mai lasciato andare, sempre a testa alta”. Queste parole ritraggono un uomo segnato da battaglie legali e polemiche, ma che ha mantenuto un forte legame con la sua famiglia e il lavoro fino alla fine.
La Fondazione Emilio Fede, istituita per volontà del giornalista in memoria della moglie Diana De Feo, ha pubblicato su Instagram l’ultima intervista rilasciata da Fede lo scorso luglio a Libero. In quell’intervista, il giornalista aveva affermato: “Paura della morte? No, uno che, come me, ha scalato il Monte Bianco non teme più niente”. Inoltre, aveva manifestato il desiderio di “arrivare al più presto accanto alla moglie”.
Riflessioni sull’anzianità e sul giornalismo contemporaneo da Emilio Fede
Nell’intervista, Fede ha anche parlato della sua esperienza con il tempo e la fragilità della vecchiaia: “La vecchiaia è brutta, ma la rispetto. Ho appena compiuto 94 anni, sono vicino ai 100: un bel traguardo. In questa struttura mi trovo bene perché ci sono rapporti umani veri. Ho riscoperto l’importanza dell’affetto: il vero potere è avere l’affetto degli altri”. Con lucidità e malinconia, ha ripercorso i suoi esordi, i sacrifici, gli studi e la famiglia, rivelando un lato vulnerabile di un uomo che ha affrontato la vita con coraggio.
Infine, Fede non ha omesso di riflettere sull’evoluzione della televisione e del giornalismo, settori ai quali ha dedicato la sua esistenza: “Come passo la giornata? Guardo la televisione, mi informo. Ma la tv di oggi non mi piace, è diversa da quella che facevo io. Il giornalismo è cambiato rispetto a quando ho iniziato. Come? Te lo dirò quando rivedrò del vero giornalismo”. Questa dichiarazione finale offre un’immagine di un uomo che, anche nei suoi ultimi giorni, ha mantenuto uno sguardo critico e una passione vibrante per la sua professione.