MotherFatherSon, la serie con Richard Gere arriva su Sky: ecco perché è imperdibile

MotherFatherSon è una serie drammatica con un cast d'eccezione e il protagonista, Richard Gere, è pronto a conquistare il pubblico con il suo sguardo d'acciaio

In un panorama contemporaneo sempre più ricco di serie tv è davvero difficile trovare qualcosa che esca dai soliti binari, che sorprenda e che tenga con il fiato sospeso. Eppure, MotherFatherSon è riuscito nella difficile impresa di coniugare un cast stellare a una trama avvincente.

Lo show targato BBC, in onda su Sky da lunedì 8 giugno, ha già conquistato il pubblico anglosassone e americano. Con Richard Gere nel suo primo ruolo di protagonista di una serie tv, MotherFatherSon è riuscito a raccontare la complessità dell’animo umano in un contraltare di giochi di potere e dinamiche relazionali controverse.

MotherFatherSon, la trama e le tinte noir

Chi si immagina un semplice dramma familiare è fuori strada. MotherFatherSon è sì una storia che segue da vicino (come da titolo) una madre, un padre e un figlio, ma non racconta soltanto la disfunzionalità dei loro rapporti. La vicenda si muove tra il dramma, il thriller e il noir grazie a uno script inedito firmato da Tom Rob Smith, già produttore esecutivo, autore e sceneggiatore della seconda stagione di American Crime Story.

In MotherFatherSon la sotto-trama crime, che viene presto portata alla luce, si lega a doppio nodo al desiderio di conoscere ogni aspetto dei personaggi, a partire da Max Finch (Richard Gere) spietato magnate dell’editoria, che ha all’attivo un impero immenso e alle spalle una fitta rete di relazioni potenti, in grado di alterare gli equilibri politici dell’Inghilterra.

Finch ha raggiunto fama e notorietà facendosi da solo e sfruttando ogni possibile scorciatoia per arrivare in vetta, compreso il matrimonio con Kathryn Villiers (Helen McCrory), ricca ereditiera di nobili origini.

Divorziato dalla moglie dopo aver raggiunto i suoi obiettivi, Finch ha educato da solo e plasmato il figlio Caden per farne l’uomo privo di scrupoli che dovrà sostituirlo. Caden, tuttavia, pur avendo velocemente raggiunto la vetta di un giornale di proprietà del padre, ne soffre l’autorità, la freddezza e le pressioni. Questo lo porta a cadere nel tunnel degli stupefacenti, dell’alcol e del sesso facile  conducendolo al tracollo.

Proprio il tracollo di Caden rischia di alterare i piani di Max, il quale nasconde fin troppi segreti e che, a sua volta, è mosso da ragioni che non riguardano soltanto la sua vita ma il destino del suo impero e delle persone che gravitano intorno a esso.

I personaggi di MotherFatherSon (e i loro punti di forza)

Abbiamo già accennato al fatto che il cast di MotherFatherSon è stellare: accanto a Richard Gere ci sono la straordinaria Helen McCrory, che ha conquistato il pubblico con le sue interpretazioni in Peaky Blinders e Harry Potter, e Billy Howle, affermatosi con Witness For The Prosecution e On Chesil Beach.

Se Gere è perfetto per interpretare il padre, Max Finch, la McCrory e Howle sono altrettanto abili nel dare corpo e carattere a Kathryn Villiers (la madre) e Caden Finch (il figlio). Con la loro esperienza, gli attori non sono riusciti solo nell’intento di interpretare la storia ma anche di trasferirle tutte quelle sfumature psicologiche che tanto la avvicinano alla realtà.

Per comprendere quanto detto, basta dare una prima occhiata al profilo dei personaggi:

Max Finch (Richard Gere)

Richard Gere in MotherFatherSon

Non è un caso che Gere abbia deciso di tornare sul piccolo schermo dopo oltre trent’anni per interpretare Max Finch. Si tratta di un personaggio complesso, pensato per farsi – almeno inizialmente – odiare: Finch è infatti un magnate dei media che si è fatto da solo, stringendo legami con politici potenti.

Ha uno sguardo gelido, d’acciaio, ed è dipinto come un businessman senza scrupoli, narcisista e totalmente privo di empatia. A primo acchito lo si potrebbe dipingere come un personaggio dalle tinte nette: bianco o nero, senza possibilità di scampo.

In realtà, i confini caratteriali e le sfumature di Finch sono molto meno delineate di quanto si possa pensare e a giocare un ruolo di spicco è sicuramente il suo passato, che lo ha visto “vittima” di un padre prevaricante e per nulla comprensivo. Gere, in un’intervista alla BBC, ha definito così il personaggio:

Chi guarda Max e osserva ciò che ha fatto della sua vita, deve pensare che in realtà,  come tutti noi, è un uomo ricco di sfaccettature. C’è del cattivo, c’è del buono. Quando ho accettato il ruolo, ho cercato di immedesimarmi per capire quanto potesse essere oscuro. Certamente fa cose discutibili ma è essenziale non inquadrarlo nella malvagità assoluta. Alla lunga, il suo comportamento e le sue azioni diventano comprensibili. Questo è il mio lavoro: renderlo comprensibile da un punto di vista umano. 

Episodio dopo episodio, la matassa di Finch si dipana. Al centro di metri e metri di fili ingarbugliati c’è molto più di quando ci si possa aspettare da un “normale” protagonista di un dramma familiare.

Kathryn Villiers (Helen McCrory)

Helen McCrory in MotherFatherSon

Se Max Finch è il nero, Kathryn Villier è il bianco. Ma attenzione: anche questo è solo un primo sguardo su quello che oltre a essere un ruolo interpretato magistralmente, è anche un personaggio che ha percorso un lungo (e tormentato) cammino prima di arrivare dov’è.

Kathryn vive una vita lontana da quella di Max. L’uomo, infatti, l’ha sposata solo per garantirsi dei legami importanti e, quando il figlio era piccolo, ha deciso di divorziare e di mandarla via. Da quel momento, seppur legatissima al figlio Caden, Kathryn dedica la maggior parte del suo tempo al volontariato, che svolge in una comunità per senza tetto.

Sarà la stessa Kathryn a preoccuparsi per il figlio, che oltre a essere drasticamente cambiato da quando lei è stata allontanata, comincia ad autodistruggersi in maniera inesorabile. Lo stato psicologico del figlio e un complotto portato avanti alle sue spalle per allontanarla da un uomo diventato importante per lei, ne riveleranno il vero carattere.

La donna, infatti, sembra inizialmente fragile e scostante. Ma, esattamente come Finch, Kathryn non è un personaggio statico. Si evolve di pari passo con la trama, aprendo spiragli e svelando verità inattese che possono cambiare le sorti dell’intera storia.

Caden Finch (Billy Howle)

Billy Howle in MotherFatherSon

Il personaggio di Caden Finch è il vero motivo per cui MotherFatherSon è una storia dal cuore vivo, pulsante. La sua figura è centrale: da bambino spensierato si trasforma in oggetto delle ambizioni del padre, oltre che in una sua personalissima pedina.

Anche qui, però, occorre usare la parola apparentemente: se è vero che sulla carta Caden diventa il suo erede, in quanto a capo di un giornale e uomo d’affari, la dura realtà è che le pressioni del padre, unite all’inusitata ricchezza e alla sete sempre crescente di potere, lo portano non a evolversi ma a involversi.

La consapevolezza di poter cambiare le sorti non solo della sua vita, ma di quella di milioni di persone, porta Caden a iniziare ad autodistruggersi, entrando in una spirale discendente di droga, sesso e alcol. La sua compagna, Orla (interpretata da una bravissima Niamh Alga) sembra spingerlo sempre più verso il basso. Billy Howle ha così descritto il suo ruolo:

Molte famiglie sono disfunzionali, ma le decisioni che Max, Caden e Kathryn nel mezzo della loro crisi familiare possono essere catastrofiche. Caden lo sa. Per lui è spaventoso. Interpretarlo è stato una sfida, così come è stato una sfida rendergli giustizia. È una persona turbata, come chiunque può esserlo. Vive qualcosa di più grande di lui e si approccia alle cose in un modo talmente umano, fallibile e comune che è anche difficile spiegarlo. Non è un eroe o un antieroe. È umano.

Solo una volta raggiunto il punto critico il ragazzo si troverà a dover fronteggiare i suoi genitori e le responsabilità che lo hanno soffocato e lo hanno portato al limite, facendogli rischiare non solo la vita, ma mettendo anche in dubbio il senso della stessa.

Le ambientazioni di MotherFatherSon

MotherFatherSon, ambientazioni

Un altro punto di forza di MotherFatherSon sono le ambientazioni. Senza andare troppo nel dettaglio, si può dire che ci sono delle separazioni nette tra i momenti più tesi e frenetici, girati tra le strade e i grattacieli di Londra e i momenti di presa di coscienza e confronto tra i personaggi, che sono stati girati invece in location spagnole e nelle campagne inglesi.

Il netto contrasto tra il grigio asettico degli uffici dove si svolgono i giochi di potere, il bianco luminoso dell’appartamento di Caden, ipermoderno ma a tratti sterile, e gli spazi pregni di sentimento, di foto ricordo e di luci più calde dove la famiglia si troverà a riunirsi e fronteggiarsi, sono un vero e proprio supporto alla trama.

L’impatto visivo, studiato ad hoc, corrobora quello che è il racconto struggente di una famiglia con problematiche relazionali e ne scandisce persino i tempi, portando lo spettatore a comprendere immediatamente qual è lo stato emozionale della scena.

Cosa aspettarsi da MotherFatherSon

MotherFatherSon, una scena con Richard Gere

Da questa serie è possibile aspettarsi un’intensa suspance. Richard Gere è padrone di ogni scena: imperscrutabile, riesce a innalzare i livelli di tensione ogni volta che entra in una stanza, per il modo in cui riesce a “paralizzare” i soci, i colleghi e, ovviamente, il figlio.

Raffinatissimo ed elegante, ha dato a Max Finch l’aspetto di un provetto burattinaio, una creatura intrisa di potere che, una volta conosciuto il suo nemico, lo distrugge senza nessuna possibilità di scampo.

Scene magistrali, come quella dell’incontro con la leader dell’opposizione interpretata da Sarah Lancashire, cadenzano la storia evidenziando la sua potenza professionale e, al contempo, sottolineandone la fallibilità personale.

Le scene con Bill Howle sono un capolavoro di ansia e fredda cortesia,  che i due attori hanno costruito fianco a fianco restituendo allo spettatore la sensazione di assistere alla strategia di azione di un vecchio leone sempre pronto ad affermare il suo predominio sul cucciolo che, tuttavia, un giorno dovrà sostituirlo.

Ma non è tutto qui: l’abilità dello sceneggiatore Tom Rob Smith è stata quella di collegare diverse storyline e farne un’unica grande storia: famiglia, senso di appartenenza, potere, atti spietati e impietosi si congiungono per spiegare quali sono le personalità che salgono ai vertici di un capitalismo non regolamentato.

Di episodio in episodio, MotherFatherSon fa sì che chi guarda si chieda quanto costi essere così potenti, così perfetti e così in alto e se, alla luce di quanto accade, valga la pena desiderare di essere ciò che non si è.