“Nadia Toffa non pensò mai al suicidio assistito”, le toccanti parole di Don Patriciello

"Nadia Toffa non pensò mai al suicidio assistito", Don Patriciello ricorda così la conduttrice scomparsa il 13 agosto a seguito di una lunga malattia

“Non pensò mai al suicidio assistito, così Don Patriciello è tornato a parlare di Nadia Toffa, la conduttrice è scomparsa ormai più di un mese fa, e da quel giorno ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di tutti. Il parrocco, in prima fila per combattere la Terra dei Fuochi, si è lasciato andare ad una lunga riflessione

Durante un’intervista a Famiglia Cristiana, il 64 enne originario di Napoli, ha voluto ricordare i giorni in cui Nadia Toffa informò il pubblico della sua tremenda malattia

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“Nadia è stata una persona speciale perché, nonostante le sofferenze fisiche e morali causate da un tumore al cervello, non ha mai perso la speranza. E mi sembra giusto ribadirlo in questi giorni in cui si discute di suicidio assistito, un’idea a lei totalmente estranea. Per Nadia, alla quale il Signore è stato certamente vicino, la malattia era un nemico da sconfiggere nella consapevolezza della sacralità della vita”.

Don Maurizio, che ricordiamo ha anche celebrato il funerale della 40 enne bresciana, ha voluto toccare un argomento molto caldo in questi giorni. Proprio in questi giorni è arrivata la decisione della Corte Costituzionale sul fine vita.

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“Sdoganò la parola cancro, pronunciandola a viso aperto in televisione: una prova di forza e un incoraggiamento alle tante persone affette da questo male che, condizionate da una società spesso superficiale e spietata, ne hanno quasi vergogna. Ha taciuto soltanto quando le sono venute meno le forze, ma nei nostri discorsi e nei messaggi che ci siamo scambiati non si è mai lamentata“.

Riguardo il suicidio assistito Don Patriciello ha una sua opinione che nonostante le decisioni di questi giorni intende portare avanti. La sua riflessione non è in accordo con l’opinione di coloro che da anni lottano per far sì che il fine vita possa essere legge

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“Mi rendo conto che le sofferenze possano spingere una persona ammalata, magari in un momento di sconforto, a desiderare la morte, ma non posso accettare una legge che sancisca questa decisione estrema.

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Penso che, anche nei casi disperati, una soluzione positiva sia sempre possibile e lo dico per esperienza personale. Dieci anni fa, infatti, ero certo che sarei morto di leucemia, quando la malattia inspiegabilmente regredì. Oggi sto bene e lo devo, oltre che ai medici, all’aiuto divino. Insomma, non bisogna mai perdere la speranza e la forza di lottare contro il male. È questo il messaggio lasciato da Nadia”.