Barbablù: scopri l'ultimo romanzo di Amélie Nothomb
La rilettura in chiave moderna della fiaba di Charles Perrault. Una porta chiusa, un segreto, un dubbio, l'amore... ?
“Saturnine si domandò se fosse possibile nascondere un segreto terrificante senza esserne colpevoli. Le sembrò di sì”
Sono una fan dei libri di Amélie Nothomb, l’ho scoperta girovagando ad un festival di editoria indipendente, incuriosita dal suo Igiene dell’assassino. Da allora non perdo nessuna sua uscita, come quest’ultimo Barbablù che provo a raccontarvi (senza svelare il finale) come compagno sul lettino da spiaggia o la sera in un riparato bersò. Non aspettatevi però un romanzetto estivo, la brevità (112 pagine) e scorrevolezza del libro si accompagnano ad una pausa estiva ma qui Amélie Nothomb lancia provocazioni sulla doppiezza della natura umana, sul cannibalismo sentimentale e sul diritto-difesa dei propri segreti oltre ogni limite, insomma non proprio best-seller nazional popolare ;-).
La rilettura della Nothomb della celebra fiaba Barbablù di Charles Perrault si gioca tutta sulla continua dialettica tra la studentessa Saturnine e il Grande di Spagna don Elemirio Nibal y Milcar, proprietario dell’appartamento in cui Saturnine accetta di vivere, incurante della scomparsa delle otto precedenti inquiline.
La struttura del libro, basata sull’incontro-scontro dialettico tra gli unici due protagonisti maschile e femminile, ricorda molto Igiene dell’assassino (che vi consiglio!) e mentre lo leggevo l’ho immaginato come una moderna piece teatrale, un lungo dialogo tra i soli due personaggi e protagonisti del libro (ad eccezione di un’amica di Saturnine, Corinne, che ricopre però un ruolo marginale e forse non ben definito) che si affrontano sul palco. La scenografia è un meraviglioso appartamento antico e lussuoso nel centro di Parigi, sul palco: Saturnine e Don Elemiro, Scena prima: il colloquio tra Saturnine e Don Elemiro, la subitanea scelta di Don Elemiro ed il suo fulmineo innamoramento.
E poi lo sfarzo nell’uso del colore giallo, protagonista latente della storia, nella tonalità di “giallo asintotico” sintetizzata da Don Elemiro per la sua Saturnine in un tentativo di perfezione assoluta. Ed immancabile, sullo sfondo, una porta chiusa, inviolabile, che nasconde un segreto ed un crescendo di dubbi e congetture nella mente di Saturnine.
Riuscirà Saturnine ad aprire la porta di Barbablù? A svelare il mistero? O forse non c’è nessun mistero in realtà? Un finale sorprendente vi aspetta al termine di Barbablù, fatemi sapere se lo leggerete e se vi è piaciuto. Vi aspetto!