Scandal, l’informazione è potere: la nuova serie tv che indaga su scandali e sex-gate
Un super team di esperti che segue casi di scandali e rimette a posto le cose, basta che il cliente dica la verità
La prima analogia che mi è venuta in mente pensando a Scandal, l’informazione è potere, la nuova serie tv trasmessa da Fox life di Sky è stata con il Wolf di Pulp Fiction. “Salve, sono Wolf, risolvo problemi”. Surreale e grottesco personaggio che ripuliva i lavori mal fatti dei killer protagonisti. Certo, qui non ci sarà tutto il “sangue e m***a” della tradizione pulp perchè si resta su un piano di realtà ordinaria di scandali sessuali, amanti loquaci e altri scheletri nell’armadio da tenere a bada. Dopo aver visto la prima puntata ho pensato che Pulp Fiction fosse più reale di Scandal. Ora vi spiego perchè.
La serie tv
Tutto ruota attorno al personaggio di Olivia Pope (Kerry Washington), ex direttrice della comunicazione della Casa Bianca, venerata e mitizzata (nel vero senso della parola) nell’ambiente della comunicazione e politica a Washington come una capace di risolvere qualunque tipo di crisi. Lasciato il posto alla Casa Bianca (e sul perchè pare ci sia uno scandalo soffocato con il presidente degli Stati Uniti…) apre uno studio a Washington dove con un team di esperti oltre a risolvere crisi di personaggi pubblici coinvolti da scandali “mette a posto le cose”, come più volte si sente ripetere dalla stessa Olivia e il suo team di supereroi: due avvocati, un investigatore, un esperto informatico ed un’ultima arrivata.
Attuale, molto attuale, pure troppo
L’idea è buona, decisamente allineata con i tempi attuali in cui l’informazione è potere e tutti siamo più o meno esposti alla pubblica gogna e monitorati costantemente. Il rimando al sex-gate Petraeus è di strettissima attualità, l’ex direttore della Cia travolto da uno scandalo sessuale e costretto a dare le dimissioni dalla Casa Bianca. Marito infedele ora David Petraeus può far paura alla Casa Bianca, seppur concluse le elezioni ora l’immagine e il seguito del secondo mandato di Obama possono essere minacciati da rivelazioni di un ex-direttore Cia (vedi il rapporto sulla strage di Bengasi).
Scandalosamente surreale
Realtà che sembra finzione assumendo contorni romanzeschi e Scandal tratta proprio di questo ma con modalità che mi sembrano davvero irreali. Primo tra tutti il buonismo del team che resta borderline tra un ufficio di rampanti esperti di investigazione e ed una onlus che salva i gattini randagi di strada. “Noi aiutiamo solo i buoni” e “sono sicura che non mente” sono concetti che mi lasciano spiazzata, tutto in fondo basato sul sesto senso o istinto della divina protagonista: ma Olivia Pope è una consulente o Amelia la fattucchiera? Gestisce uno studio di consulenze o una missione umanitaria? E poi il misticismo che aleggia nel team che si costituisce attirato dal carisma di Olivia, la selezione dell’ultima arrivata Quinn come l’ammissione ad una confraternita o ad una setta segreta. Ci mancava la consegna del costume e le chiavi della Batcaverna.