Storie Italiane: Vittorio Cecchi Gori dopo l’arresto racconta la sua verità a Eleonora Daniele

Vittorio Cecchi Gori, dopo l'arresto è stato invitato a Storie Italiane a dire la sua verità su quanto accaduto; ecco cosa ha raccontato ad Eleonora Daniele

La notizia dell’arresto di Vittorio Cecchi Gori è comparsa dappertutto. L’imprenditore e produttore cinematografico è stato condannato giovedì 27 febbraio 2020 in via definitiva per il fallimento della casa di produzione cinematografica Safin. Eleonora Daniele l’ha invitato nella puntata del 2 marzo 2020 di Storie Italiane a dire la sua verità su questa vicenda.

 

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Come ben sapete, Vittorio Cecchi Gori, è stato arrestato per il crac finanziario della sua casa di produzione cinematografica Safin. Il produttore cinematografico ed ex presidente della Fiorentina, ospite di Eleonora Daniele nella puntata del 2 marzo 2020, ha voluto dire la sua verità su quello che gli è accaduto.

La Corte di Cassazione aveva confermato la condanna inflitta a Vittorio Cecchi Gori a 5 anni e 6 mesi di reclusione. La Corte di Cassazione ha di fatto ribadito la sentenza emessa ad ottobre del 2018 in secondo grado. Ma sui social sono uscite molte notizie inesatte e lui ha voluto fare le sue precisazioni. Ha detto che sui quotidiani e on line si era parlato di una condanna ad 8 anni e 5 mesi di reclusione ma ha aggiunto che la condanna, di fatto, è di soli 5 anni perché i sei mesi li avrebbe già scontati.

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Vittorio Cecchi Gori è stato ricoverato e piantonato in ospedale a Roma nello stesso giorno della notifica della condanna. Uscito dall’ospedale lunedì 2 marzo, non ha perso l’occasione per dire la sua verità a Storie Italiane, il programma condotto da Eleonora Daniele. L’ex presidente della Fiorentina è sembrato provato e stanco.

 

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Secondo fonti ufficiali, Vittorio Cecchi Gori dovrebbe essere trasferito nel carcere romano di Rebbibia. Per lui si sono attivati diversi suoi colleghi che hanno contestato la decisione del tribunale di mandarlo in carcere.

Rita Rusic, la sua ex moglie, ha preso le sue difese:

“Ero con lui quando ha avuto la notizia. Si è sentito subito male e l’ho accompagnato al pronto soccorso Gemelli. Lui ha tutta una serie di patologie. Abbiamo il massimo rispetto dei giudici, ma quello che voglio io è far capire che Vittorio non potrebbe mai stare in un carcere. Lui non è autosufficiente nel vivere quotidiano. Deve pagare, ma non deve morire per questo”.