Un divano a Tunisi: la commedia terapeutica e irresistibile

Un divano a Tunisi è un film spassoso e allo stesso tempo sognante, che tratteggia una società contemporanea ai limiti del delirante

Trattare temi delicati, ma con una leggerezza sorprendente: Un divano a Tunisi è uno dei film più irresistibili di questo autunno. E, diciamolo pure: è tutto in rosa.

Donna è la protagonista principale, Golshifteh Farahani, che interpreta Selma e donna è la regista, Manele Labidi. Il risultato? Una sinergia incantevole che fa sorridere e riflettere allo stesso tempo.

La trama di Un divano a Tunisi

Nelle sale a partire dall’8 ottobre, Un divano a Tunisi segue le vicende di Selma, che, ispirata dalla Primavera Araba decide che è il momento di lasciare Parigi, dov’è cresciuta insieme al padre, per tornare a Tunisi, sua città d’origine.

L’obiettivo è ambizioso: Selma vuole aprire uno studio da psicanalista nella periferia sud della città, a Ez-Zhara. Non tiene conto, però, del fatto che forse è troppo presto.

Infatti si troverà a fare i conti con un ambiente non proprio conciliante e con parenti pronti a scoraggiarla e a metterle i bastoni tra le ruote. E, come se non bastasse, anche i primi pazienti sono a dir poco eccentrici.

Selma però è una donna strutturata, caparbia e ironica che non si lascia scoraggiare dalle difficoltà. Il risultato è una bellissima cronaca di un ritorno alle origini, che si muove tra scene esilaranti e commoventi.

Perché vedere Un divano a Tunisi?

Golshifteh Farahani in Un Divano a Tunisi

La regista Manele Labidi aveva dichiarato, in passato, di voler parlare di temi seri come l’islamismo, l’alcolismo, i rapporti uomo-donna o intergenerazionali nella Tunisia di oggi.

Le sue intenzioni, fin da subito, erano quelle di usare l’umorismo invece di fare leva sui già fin troppo esplorati accenti negativi. La sua intuizione è stata vincente, dato che il risultato è un film tanto gradevole quanto intenso.

Ponendosi come una commedia in grado di rappresentare personaggi coloriti e quasi esasperati, in realtà il film della Labidi rievoca con umorismo il suo paese che cambia.

Inoltre, l’interpretazione di Golshifteh Farahani è un valore aggiunto: espressività e talento incantano e colpiscono, dando vita a un connubio eccezionale.