Vieni da Me, Franco Gatti parla del figlio morto

Vieni da Me, Franco Gatti è stato ospite nel programma di Caterina Balivo. Lo storico chitarrista dei Ricchi e Poveri ha parlato di suo figlio morto.

Vieni da Me, Franco Gatti è stato ospite nel programma di Caterina Balivo. Lo storico chitarrista dei Ricchi e Poveri ha parlato di suo figlio morto prematuramente a 23 anni.

È accaduto nel 2013 ed il ragazzo è stato trovato senza vita nella sua casa dove abitava insieme ai genitori.

Io mio figlio lo sento vicino, aveva una genialità. Come hobby ho sempre fatto un po’ di titoli borsistici, compatibilmente col poco tempo che avevo. Ho insegnato a lui qualcosa, nel giro di 6 mesi si è messo a trafficare in borsa. I primi tempi perdicchiava, poi si è messo a guadagnare e mi dava i consigli su cosa fare”, ha spiegato il chitarrista.

Suo figlio si chiamava Alessio e la sua morte ha segnato profondamente il cantante tanto che aveva deciso di abbandonare i suoi colleghi Angelo Sotgiu e Angela Brambati.

Ora, forse per la prima volta, Franco Gatti ha voluto parlare delle circostanze che hanno portato alla morte di suo figlio Alessio. L’ha voluto fare davanti alla conduttrice che non è riuscita a non commuoversi.

Il ragazzo è morto dopo aver assunto un cocktail di alcol ed eroina, a certificare questo, sono stati gli esami voluti dalla Procura di Genova e compiuti dall’istituto di medicina legale. Questo cocktail gli ha procurato un infarto fatale.

Il cantante ha spiegato: “Ha fatto una cazzata, la prima della sua vita, con gli stupefacenti e in un momento in cui non stava bene. E l’ha pagata così”.

Franco Gatti ha voluto anche sottolineare che suo figlio aveva l’abitudine a bere ma non di assumere droghe abitualmente. Dalla sua morte sono passati più di 6 anni, il cantante ha detto basta alla musica perché non riesce più ad avere la stessa gioia di un tempo quando sale sul palcoscenico. Ma ha voluto anche rivelare che suo figlio Alessio, nonostante non sia più in vita, è sempre al suo fianco:

Io mio figlio lo sento vicino. Era incredibile, dotato di una grande genialità. Io ho sempre giocato nei titoli borsistici, gli feci vedere come facevo, dopo sei mesi era migliore di me. Di studiare non se ne parlava, però era un tipo così. L’unica cosa era che beveva molto“.

Poi ha rivelato un aneddoto che l’ha colpito: “A casa veniva sempre un gabbiano la mattina a trovarmi. Lo guardavo e poi se ne andava. A Mosca poi pensai a mio figlio e vidi un gabbiano. Se non era un messaggio questo? Credo che ci rincontreremo, lo spero”.