Elezioni 2013: il popolo della rete ha votato e sta parlando, tu che fai?

Gli elettori "social" non sono solo gente che va a votare e posta la foto del proprio voto, se ci fermiamo a guardare c’è molto di più

Elezioni 2013, se da una parte non sono state un gran che dal punto di vista dei politici/partiti sui social, il popolo della rete al contrario si è fatto sentire.

Nonostante la neve molti sono andati a votare e dichiaravano di aver compiuto il proprio dovere civico con status sui principali social network come: Twitter e Facebook, ma non è mancato anche Instagram con tante foto scattate proprio alle urne.

Mi chiedo come abbiano fatto ad entrare con il cellulare?
Forse doveva essere questa la notizia da dare ai telegiornali, invece della matita “leccata”.

Io ho dovuto lasciarlo al tavolo della registrazione, il cellulare, con la carta d’identità e la tessera elettorale.
Questo fa capire che come al solito ci sono stati seggi che non hanno controllato o che alla domanda: “Ha con se uno smartphone?” la gente ha negato.

A parte questo, possiamo dire che seguire il tam tam in rete, sia dei giorni di domenica, lunedì e ancora oggi, con l’attesa dello spoglio delle schede, pronostici e instant poll è stata entusiasmante, forse al pari delle serate di Masterchef, Sanremo e X Factor.

Non voglio commentare i risultati, tutti noi abbiamo espresso opinioni sull’andamento dello spoglio, delle percentuali, su ciò che stato detto e non detto in TV.

La cosa interessante è stato seguire il flusso del hashtag #elezioni2013 prima e poi #spoglio2013. Un flusso costante e mai fermo, più di uno status al minuto che racconta attimo dopo attimo come sta andando, si può decidere di non accendere la TV, la radio o sbirciare online sulle testate giornalistiche.
Il popolo della rete, cioè noi cittadini in fondo, stiamo raccontando come va, ma non è solo quello, sta emergendo anche il malcontento di questo paese.

In questa situazione mi sono fermata a riflettere e mi sto chiedendo, siamo uniti, per una volta siamo qui tutti a parlare e stiamo cercando di farci sentire. Forse se ci fermiamo e vediamo che nel lamentarci siamo tutti uniti, potremmo farlo per cambiare finalmente questo paese!