Storie sulla pelle di Nicolai Lilin

Se hai letto o visto Educazione siberiana, non puoi non leggere questa raccolta di racconti sulla tradizione dei tatuaggi siberiani e sull’adolescenza

Nicolai Lilin è originario della Siberia, ha vissuto in Transnistria fino all’età di 18 anni e dal 2003 si è trasferito in Italia.

Grazie alla trasposizione cinematografica del libro Educazione siberiana, i libri di Nicolai Lilin hanno avuto un notevole picco d’interesse.
Il quarto libro Storia sulla pelle naturalmente ha scatenato la mia curiosità, anche per la mia passione per i tatuaggi.
Sia la copertina che la trama mi hanno convinto ad abbandonare qualsiasi altra lettura che avevo in corso, per leggere questi sei racconti.

Trama

I criminali siberiani le loro vite se le portano addosso, incise dalla mano esperta del kol’sik: sacerdote e custode della tradizione, il tatuatore e l’unico a comprendere fino in fondo la lingua arcana dei simboli.
Ma i tatuaggi, mentre raccontano delle storie, ne creano altre: generano incontri ed equivoci, stabiliscono legami, decidono, a volte, della vita e della morte.
Ed è attraverso questo vortice di storie che Nicolai Lilin ci conduce dentro la tradizione dei «marchi» siberiani. Sei racconti diversissimi – comici o disperati, violenti, romantici, rocamboleschi – nei quali ritroviamo alcuni dei personaggi memorabili di Educazione siberiana.
A fare da filo rosso, c’è la voce inconfondibile di Nicolai «Kolima» e la storia della sua formazione da tatuatore. Dai primi tentativi in forma di gioco all’apprendistato nel laboratorio di nonno Lësa, fino all’esercizio di una vera e propria professione, il cammino di Kolima si rivela una messa a fuoco progressiva che dalla superficie – l’estetica affascinante dei simboli – si muove verso «il centro esatto del mistero».

«Per ora ti basti sapere che il marchio è l’unico modo che abbiamo per difenderci da chi ci vuole annientare, è il posto segreto dentro il quale possiamo nascondere ciò che per noi è sacro. Non portiamo i marchi per vantarci davanti agli altri, ma perché quello è l’unico mondo incontaminato che ci è rimasto»

Lo stile dei racconti è scorrevole, incalzante e invoglia a sapere come va a finire. Ogni racconto è indipendente, ma la lettura in successione trasforma il libro in una bozza di romanzo. Insomma, è meglio non saltare da un racconto a un altro.
Inoltre le illustrazioni presenti, incuriosiscono e coinvolgono maggiormente nella lettura.
Troviamo anche un tema interessante nel libro, un’adolescenza sofferta e avvincente, fatta anche di riti d’iniziazione.

Se vi ho incuriosito… buona lettura!