Twitter e programmi tv: galateo del perfetto live twitting

Masterchef, XFactor, Sanremo 2014: vi piace twittare guardando la tv? Ecco le regole del perfetto live twitting!

C’è una cosa che mi piace più di suggerirvi stravaganti Instagramers o imbarazzanti trend social come i prediciottesimi ed è seguire un programma tv commentandolo live su Twitter. Se non lo avete mai fatto, provateci: non tornerete più indietro. Cosa vi serve? Un account Twitter, un minimo di senso della frase e due piccole dritte che non solo vi faranno seguire il vostro programma del cuore, ma riusciranno a farvi godere ancora di più il momento. Se siete fedeli discepoli di Masterchef, XFactor e tutti gli altri programmi che ben si prestano al commento (non solo quelli con deriva trash, per intenderci: vanno fortissimo #presadiretta e #ballarò, su cui, per fortuna, si twitta di cose serie) questo è il post che fa per voi. Anche in previsione del prossimo Festival di Sanremo 2014, dal 18 febbraio, che si prospetta come uno degli eventi televisivi più social-commentati dell’anno.

Ma se twitto, come faccio a seguire la tv?

In realtà, la tv si segue meglio se a rimarcare (e rincarare, ed esasperare) certe scene c’è Twitter. Grazie agli hashtag riuscirete a reperire un gran numero di commenti cui rispondere o semplicemente da retwittare o stellinare, ma soprattutto vi farete un sacco di risate, soprattutto sul live twitting dei programmi più leggeri. Perché la regola vuole che se anche mi spremo le meningi per dire qualcosa di intelligente o divertente, c’è sempre qualcuno che l’ha detto meglio di me.

Quali strumenti devo avere a disposizione, per esempio, per seguire su Twitter #sanremo2014?

Bastano uno smartphone (e per i più organizzati un pc, o un tablet) e una tv: nient’altro. Anche avere un’opinione su tutto – dal look di Toto Cutugno alla battuta sulla Jolanda della Littizzetto – aiuta moltissimo. I professionisti cominciano di solito a twittare le loro impressioni e a interagire con gli utenti che stanno discutendo dello stesso topic sin dai primissimi minuti del programma, ma nulla vi vieta di inserirvi in corsa. Anche perché Twitter è come una puntata di Beautiful: anche se lo perdete di vista per un po’ di tempo, vi basta buttare un occhio alla timeline o ai tweet dedicati a un determinato argomento, per capire cosa vi siete persi (puristi di twitter, perdonatemi il paragone con Beautiful. Ma avrei potuto fare di peggio: paragonarlo a Un posto al sole, per esempio).

Live twitting pins. Fonte: socialmediadelivered.com
Live twitting pins. Fonte: socialmediadelivered.com

Live twitting: cosa funziona e cosa no

Dopo anni di instancabile live twitting sui programmi tv più disparati (l’ultimo ieri sera, sull’incredibile docu-reality #bossinincognito) ho capito una cosa: se il programma da commentare tende al trash, allora leggere i tweet e lasciare la propria opinione in 140 caratteri rende molto, molto di più. Senza considerare questa lista come totalmente esemplificativa, ecco quello che funziona (tendenzialmente) e quello che proprio non va durante un live-tweet di un programma televisivo. Prendiamo ad esempio #sanremo2014 e il cantante Pupo (e se non è tra i concorrenti mi arrabbio!), così ci esercitiamo un po’ in previsione dell’evento più caldo del mese!
Sì alle freddure: se dovete commentare il look di Pupo, siate concisi e caustici, non descrittivi.
No alle polemiche: non state salvando le sorti del pianeta, solo commentando un programma tv. Da quando è una cosa da prendere sul serio?

No al buonismo: Twitter è per chi deve commentare ironicamente; solo in casi (molto, molto) isolati, celebra.
Sì al RT selvaggio: ci sono due o tre twitteri che seguo con passione, e che amo qualsiasi cosa dicano. Questi utenti di solito danno il meglio se stimolati, ad esempio da un look stravangante di Pupo o da una battuta infelice del conduttore. Se avete pensato qualcosa, state sicuri che quei twitteri l’avranno pensata o detta meglio di voi. Il RT serve anche a questo: onorare le opinioni altrui. Non lesinate generosità in tal senso!
Abbiate pazienza: le puntate di #sanremo2014 sono interminabili. Resistere fino alla fine per cinque serata è da eroi. Non la volete la gloria?
No agli hashtag a cazzo di cane: per due motivi, il primo dei quali assolutamente logistico. Si presume che scriviate la vostra opinione su Twitter per essere letti (apprezzati, o no) da altri utenti. Se usate gli hashatag ufficiali, quelli che, via via, si generano nel corso di una puntata (da #sanremo2014 – trending topic fisso nei giorni del Festival, si passa di solito agli hashtag #nomecantante o a quelli più divertenti e contestualizzati, legati a determinate situazioni, che di solito partono da utenti molto seguiti e che quindi prendono piede immediatamente) avete più probabilità di essere letti da più gente, proprio perché su Twitter è bello fare il live, ma anche leggere quello che gli altri hanno twittato. La seconda ragione è prettamente di buon senso: usare hashtag strani, lunghi o non coerenti con quello che sta accadendo sullo schermo, è assolutamente immotivato. A meno che non siate geni dell’hashtag e non tiriate fuori una chicca o un gioco di parole da leccarsi i baffi.

Siete pronti a commentare il prossimo Festival di Sanremo su Twitter? Ora sapete come godere al massimo dell’esibizione di Pupo (l’ho già detto che se non è tra i concorrenti mi arrabbio?)