WhatsApp e il gap generazionale, ovvero come capire l'età di una donna dalla sua chat

È possibile capire quanti anni abbia una ragazza senza sbirciare la carta d'identità? Sì, se chatti con lei su WhatsApp

In un mondo popolato da signore che ringiovaniscono miracolosamente dopo fantascientifiche cure di bellezza e giovani donne schiave di vizietti che vanno a minare la loro gioventù (senza essere troppo fantasiose pensiamo a come il fumo danneggi la pelle), come facciamo a capire quanti anni ha davvero una donna?
La patente, dite? Contare gli anelli del tronco? No. Potete capire a che generazione appartiene una donna chattando con lei su WhatsApp, perché a ogni età corrisponde un particolare profilo utente…

La teenager

Le teen-ager, nata in un’era in cui la tecnologia sta conoscendo il suo splendore, su WhatsApp la riconoscete subito perché almeno una volta alla settimana aggiorna sia la sua foto profilo sia lo status. La frase dello stato farà sicuramente riferimento ad una persona che lei ha tra i contatti, alla quale sta cercando di dire qualcosa (molte volte è un insulto); l’alternativa è rappresentata da sconfortanti e melodrammatici status che raccontano, com’è logico che sia, la difficoltà dell’essere adolescente, facendoci rimpiangere gli status indirizzati ai suoi contatti poco perspicaci.
Sulla chat non si può dire nulla visto che la teen-ager riesce abilmente a dosare il giusto numero di parole ed emoticon, senza risultare mai fuori luogo. In media, le giovani di oggi sono quelle che probabilmente meno tra tutte usano le ignobili X e K ovunque, perché quelle sono le ex teen ager, ovvero quelle che fanno parte della seconda categoria.

(Zoe on on Flickr)
(Zoe on on Flickr)

Le ventenni

Più la ventenne è vicina ad una delle due decine, quella dei venti e quella dei trenta, più la situazione cambia.
Come dicevo prima, le ex teen-ager sono le peggiori perché, chissà come mai, le ragazze nate nel triennio ’93, ’94 e ’95 non sanno scrivere, e tu che sei nata in quegli anni e mi stai leggendo sei l’eccezione. I vent’anni sono una transizione dura nella vita di una donna perché non si è più tecnicamente delle ragazzine ma si fa fatica ad abbandonare certe abitudini. E per abitudini intendo ovviamente quella moltitudine aberrante di abbreviazioni, tipo xkè (che è uno dei più grandi insulti all’umanità), frutto di un’adolescenza passata su Msn a farcire le chat di emoticon di Cipollini, trilli e a insultare Doretta. Le nostalgiche quindi usano il loro profilo WhatsApp come una qualsiasi chatroom anni ’90, motivo per cui, invece di usare le emoticon, preferiscono usare le faccine… è una questione di Msn! ;)

(Jim Pennucci on Flickr)
(Jim Pennucci on Flickr)

Le trentenni

Fortunatamente queste donne hanno un grado di autocoscienza notevole, quindi difficilmente incappano in brutte figure. Aggiornano la foto profilo una volta ogni tanto assieme allo status, magari dopo aver fatto una bella foto, e nella chat usano solo l’emoticon del bacio e del cuore, stop, limitandosi a qualche abbreviazione meno scandalosa come cmq e dmn (comunque e domani).
A differenza delle loro colleghe più giovani però hanno reso il loro profilo privato, nonostante siano consapevoli di perdere la possibilità di vedere anche gli orari d’accesso degli altri e questo perché sanno quanto conti la privacy. Del resto, se stanno frequentando un uomo non hanno bisogno di sapere costantemente cosa lui stia facendo, e se non stanno frequentando nessuno hanno già vissuto quell’illuminazione divina che le ha portate a scoprire che gli uomini sono tutti str***i.

La privacy è anche il posto dove si chatta! (Tom Bream on Flickr)
La privacy è anche il posto dove si chatta! (Tom Bream on Flickr)

Le quarantenni (in carriera)

Non fate errori: la quarantenne non è il preludio della cinquantenne. La quarantenne in carriera (per carriera intendiamo, più che un significato relativo alla professione, la serietà con cui questa donna porta avanti i suoi numerosi compiti) usa WhatsApp e i social network in generale, perché sono gli altri ad usarli, del resto per lei è più comodo fare una telefonata che sottrarre del tempo prezioso per scrivere un messaggio (per scrivere c’è il computer e la posta elettronica). Il suo è un profilo di facciata, se notate infatti la sua immagine profilo è la stessa di tutti i suoi account di posta e social ma fa buon viso a cattivo gioco, sapendo che quello è l’unico modo per far sì che i suoi figli le rispondano. La quarantenne è dura e pura: non manda foto o emoticon e i suoi messaggi sono riassumibili con “si”, “no” e ”riunione/nuoto del figlio domani ore 16:30”.

Mai perdere tempo, si al multitasking (Mo Riza on Flickr)
Mai perdere tempo, si al multitasking (Mo Riza on Flickr)

Le cinquantenni

Dio ci protegga dalle cinquantenni. Queste donne arrivano alla loro età con un bagaglio di esperienze notevoli: si portano dietro verità e pensieri taciuti e saggezza acquisita giorno per giorno, che ora non mancano di riversarci addosso su WhatsApp che manco un Ice Bucket Challange: i messaggi dlla cinquantenne sono lunghissimi, senza punteggiatura e pieni di emoticon (come se uno smile solo non bastasse)… tanto non è come mandare un sms dove si paga il singolo messaggio. Nel suo status sono racchiuse perle di saggezza miste a citazioni di Jim Morrison (dove il 99% delle volte la citazione non è sua ma di Barbara d’Urso), ma sulla privacy casca tutto: nonostante la cinquantenne sia iscritta ovunque senza che nessun filtro sulla privacy la tuteli, lei non mette mai la sua foto preferendo una foto del suo cane/gatto per tutelare la sua immagine.

Non saper chattare non è sinonimo di non saper vestire... quasi sempre! (Gareth Williams on Flickr)
Non saper chattare non è sinonimo di non saper vestire… quasi sempre! (Gareth Williams on Flickr)

E voi fanciulle? Che donne da WhatsApp siete?

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