Amy Purdy: vivere oltre i limiti

Durante la settimana delle Paralimpiadi ho deciso di postare la storia di una donna che ha ritrovato la forza di vivere dopo l'amputazione agli arti inferiori: proprio nello sport ha trovato la forza di andare avanti

Amy Purdy in tavola
Amy Purdy in tavola

È la settimana delle Paralimpiadi di Londra e non solo per questo ci terrei a postare l’esperienza di una donna straordinaria, Amy Purdy. Perse entrambi gli arti inferiori a causa di un raro batterio della meningite, per poco non perse anche la vita. La sua forza d’animo è qualcosa di inimmaginabile, il suo handicap non è diventato mai una scusa per non raggiungere le proprie mete. Lo snowboard e lo skate non sono un limite bensì una nuova sfida. Ride Channels le ha dedicato due episodi della serie Rise Above che vale la pena vedere. È un documentario che parla della sua vita ma non solo, anche dei progetti che porta avanti con Element Skateboards. Sicuramente un esempio di vita che di fronte ad un avvenimento simile ha avuto la forza di andare avanti, eccome!


Mentre era all’ospedale prese delle serie decisioni a proposito del proprio futuro, ecco il racconto.

La notte precedente all’amputazione mi ripromisi 3 cose. La prima è che non mi sarei mai compianta. Tutti intorno a me erano così tristi per la mia situazione – era una sensazione orrenda, mi sentivo così vulnerabile e priva di forza. Ho dovuto decidere consciamente di non addentrarmi in quella zona oscura che mi avrebbe portato alla depressione e non mi avrebbe fatto arrivare dove sono ora. La seconda promessa fu quella di tornare sul mio snowboard, a costo di andare alla NASA per farmi costruire delle gambe bioniche. La terza promessa fu che in un futuro non troppo lontano avrei aiutato il prossimo. Ho sempre avuto un animo filantropico, quando ero una ragazzina mandavo i miei risparmi all’associazione “Save the planet”. Ho deciso di adottare un orfano di orso e volevo fare qualcosa per la salvaguardia delle foreste pluviali e le balene, diciamo che era già nelle mie vene. Ebbi questa visione una notte, parlavo di fronte ad una folla e raccontando la mia esperienza, aiutavo della gente a credere in se stessa. È quello che poi è accaduto.

Il longboard è solo uno degli sport che Amy pratica
Il longboard è solo uno degli sport che Amy pratica

Da allora quali sono stati i tuoi maggiori goal raggiunti?

Sono riuscita a mantenere tutte le promesse di quella notte! Tornai sulla tavola solo dopo 4 mesi dalla messa appunto delle mie protesi. Fu una grandissima sfida, nulla di quello che mi aspettassi. Rimasi fedele alle parole date e dopo un sacco di allenamento ed errori cominciai a vincere le prime medaglie alle gare di snow. Un anno più tardi recitai in un video di Madonna come modella dalle gambe bioniche. Tutto questo mi insegnò che possiamo raggiungere qualsiasi cosa ci poniamo come meta. Nel 2005 fui co-fondatrice dell’associazione Adaptive Action Sports, una fondazione no-profit che aiuta i più e meno giovani ad entrare nel mondo degli action sport anche con disabilità fisiche. Ho poi partecipato ad una 50ina di trasmissioni tv in cui promuovevo insieme alla fondazione National Meningitis la vaccinazione contro la terribile malattia che aveva colpito anche me.

Sei fonte d’ispirazione non solo per persone che hanno affrontato problemi simili ai tuoi.
Mi sono resa conto nel corso degli anni che non c’è nulla d’impossibile, non importa quale sia l’ostacolo. Se la tua mente è volta verso la giusta direzione, allora nulla ti potrà fermare. Credo che ognuno di noi abbia una disabilità – abbiamo tutti dei limiti – e che la sfida più grande sia nella nostra testa. È importante fare in modo che la nostra mente non diventi disabile. – Fonte Advocate/Amy Purdy Element Skateboards.

Amy con altri atleti adaptive
Amy con altri atleti adaptive
Amy nella campagna Element "Power to the Planet"
Amy nella campagna Element “Power to the Planet”

Fonte e immagini amypurdy.com