Tra i più bei canyon italiani: sono le Gravine di Matera, tutte da scoprire

In Basilicata è nascosto un segreto naturalistico di rara bellezza: benvenuti nelle Gravide di Matera, i canyon italiani

Tra i canyon più belli, spettacolari e suggestivi d’Italia troviamo loro, le Gravine di Matera. Oggi vi portiamo alla scoperta di questo patrimonio tutto italiano.

In Basilicata è nascosto un segreto naturalistico di rara bellezza: benvenuti nelle Gravide di Matera, i canyon italiani

Matera e le sue gravine

La città di Matera non ha bisogno di presentazioni, la sua bellezza, infatti, precede il suo nome. Perla del meridione italiano, la zona è conosciuta in tutto il mondo per i suoi sassi, diventati nel 1993 Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Di altrettanta bellezza sono caratterizzate le sue gravine, profondi solchi vallivi che delineano in maniera univoca il paesaggio carsico murgiano. Si tratta di uno spettacolo assolutamente unico in Italia che conosce pochissimi rivali in tutto il mondo.

Gravine di Matera

Il Parco delle Gravine e non solo

Tanto belli quanto incontaminati, il Parco Regionale Terra delle Gravine (in cui sorge la gravina di Laterza, il più profondo e maestoso canyon d’Europa), il Parco Nazionale dell’Alta Murgia (che comprende il canyon di Gravina in Puglia, che ha dato il nome alle incisioni carsiche) ed il Parco Regionale delle Chiese Rupestri del Materano (o anche Parco della Murgia Materana), che protegge le gravine della città dei Sassi, sono al giorno oggi protette e preservate in maniera speciale.

Le Gravine di Matera

Il nostro itinerario alla scoperta delle Gravine di Matera parte da Pantano e termina nel comune di Montescaglioso. Caratterizzata da profondità elevate, fino a 100 metri, sul suo fondo scorre l’omonimo torrente.

La “gravina di Picciano”, invece,  nasce nei pressi del borgo Picciano  e termina a valle della diga di S. Giuliano, e presenta profondità molto irregolari e poco accentuate.

Gravine di Matera

La storia delle Gravine di Materia

Le Gravine di Matera affondano le loro origini in tempi antichi e devono l’attuale conformazione a numerosi fattori che si sono susseguiti nelle ere geologiche: dalla fluttuazione del livello del male, all’innalzamento della crosta terrestre all’erosione dei torrenti.

La loro conformazione li rende praticamente inaccessibili all’uomo e questo rende l’intera zona incontaminata e selvaggia, nonché habitat perfetto per numerose specie vegetali e animali.

Tra queste troviamo l’usignolo di fiume, lo scricciolo, l’istrice, il biacco, il cervone, faine, volpi, tassi, ricci ed il simbolo del Parco, il falco grillaio. La flora, invece, comprende ben 923 esemplari, circa un sesto dell’intera flora del nostro Paese.