Catania, infermiere picchiato al pronto soccorso: “mi hanno insultato e preso a sberle”
CORONAVIRUS: infermiere insultato e picchiato, per aver cercato di far rispettare il decreto. Ecco cosa e dove è successo.
L’episodio è accaduto in provincia di Catania, precisamente all’interno della struttura sanitaria di Caltagirone. Come riporta Fanpage.it, la testata giornalistica che telefonicamente ha intervistato la vittima della vicenda, un infermiere che lavora all’interno del pronto soccorso, Massimo Calí, è stato aggredito e preso a sberle, perché ha seguito tutto ciò che è stabilito all’interno del decreto per il Coronavirus.
Massimo è stato insultato, anche con parole pesanti, è stato minacciato e addirittura aggredito.
L’infermiere ha spiegato che il decreto, firmato dal presidente Conte, prevede la non presenza di nessuna persona autorizzata dentro il pronto soccorso. Massimo Calí ha cercato di farlo rispettare, dopo aver notato la presenza di alcune persone all’interno del pronto soccorso. È severamente vietato recarsi negli ospedali, ma il decreto richiede di chiamare il medico di base o di telefonare agli appositi numeri.
Massimo ha raccontato che come prima cosa, si è rivolto a quelle persone, domandando se avessero bisogno di cure e in caso contrario, che dovevano subito uscire dal pronto soccorso. La richiesta però, non è stata ben accetta e quelle persone hanno iniziato a minacciarlo e a dirgli che non era nessuno per mandarli fuori, dicendogli poi che lo avrebbero aspettato a casa, per fargliela pagare.
A quel punto, l’infermiere ha deciso di allertare le forze dell’ordine, che sono subito giunte sul posto per placare la situazione. Quelle persone hanno affermato di essere i proprietari di alcune ambulanze private, che si occupano di trasportare pazienti di una residenza sanitaria assistenziale privata. Ma alla richiesta degli agenti, di fornire loro la documentazione che lo provava, si sono rifiutati.
Il giorno successivo all’episodio, quelle persone si sono ripresentate la mattina presto all’ospedale, ed hanno aggredito Massimo Calí. Questo infermiere adesso ha una prognosi di 20 giorni, a causa della verticalizzazione della cervicale.
Ha deciso di diffondere la vicenda, per dimostrare quale sia il ringraziamento che gli infermieri ed i medici stanno ricevendo nonostante la lotta quotidiana per sconfiggere questo mostro chiamato Coronavirus.