Coronavirus, il neonato con il pannolino arcobaleno
La foto scattata nell'ospedale Niguarda al neonato con il "pannolino arcobaleno" è diventata un messaggio di speranza contro il coronavirus.
La foto del neonato con il “pannolino arcobaleno” è diventata un messaggio di speranza contro il coronavirus.
Nell’ospedale Niguarda di Milano pochi giorni fa è stata scattata una foto ad un neonato con il pannolino arcobaleno.
Il piccolo nella foto è sdraiato sulla pancia nella sua culla ed indossa un pannolino su cui è stato disegnato un arcobaleno con la scritta “andrà tutto bene“. Un messaggio di speranza per la lotta al coronavirus che in poco tempo è diventato vitale.
Un modo per iniziare l’ennesima difficile giornata con più speranza. Anche nell’ospedale Niguarda ci sono pazienti contagiati dal Covid-19. La foto è stata pubblicata sulla pagina Facebook dell’ospedale ed è accompagnata da queste parole:
“Più forte di tutto c’è la vita! Benvenuti a tutti i bimbi che stanno nascendo in questi giorni difficili… Siete la prova che la vita non si ferma“. In poco tempo il post è stato invaso da migliaia di “mi piace”, commenti e condivisioni.
La foto è stata scattata dai volontari di Neo, l’Associazione amici della Neonatologia dell’ospedale Niguarda, una onlus attiva all’interno del reparto di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale della struttura ospedaliera milanese. Uno dei tanti obiettivi di questa associazione è offrire supporto a tutti quei genitori che devono affrontare la nascita di un bambino prematuro o con problemi di salute.
Questa foto rappresenta molto in questo momento così difficile per tutti noi. Le notizie che riceviamo ogni giorno, purtroppo, non sono sempre confortanti. Ascoltiamo nuovi contagi e vittime a causa del Covid-19 e per questo motivo, anche noi abbiamo voluto parlarvi di questa nuova vita.
Sono tante le foto simbolo che in questi momenti stiamo vedendo ed è impossibile non farci sfuggire una lacrima dai nostri occhi.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha definito questa situazione come “la più grande emergenza del Dopoguerra“. E in effetti è così, questa è una guerra invisibile che ancor più difficile da combattere.
Restiamo a casa e ricordiamoci sempre di quelle persone che ogni giorno combattono negli ospedali tra la vita e la morte, ma soprattutto quelle che non sono riuscite a sconfiggere questo tremendo virus. Restiamo a casa.