Coronavirus, Pietro malato di Sla vuole donare il suo ventilatore di riserva all’ospedale

Coronavirus, in mezzo a tanta tristezza arriva finalmente un gesto di speranza e solidarietà: Pietro, malato di Sla, vuole donare il suo ventilatore di riserva

Coronavirus, tanta tristezza nel nostro Paese data da un’infinità di brutte notizie, oggi però, da Napoli, ci arriva una storia di grande speranza e solidarietà. Pietro, malato di Sla, vuole donare il suo ventilatore di riserva all’ospedale

 

A raccontare la storia a Fanpage è la moglie Antonella, che una delle solite mattine in cui è andata ad accudire il marito ha visto che l’uomo era in procinto di scrivere una frase con il suo lettore oculare. Anche la moglie non riusciva a trattenere le lacrime nel leggere cosa Pietro volesse fare:

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“Ci ho pensato tutta la notte. Ma perché uno dei miei due ventilatori polmonari non lo diamo in prestito agli ospedali, che in questo momento ne hanno tanto, troppo bisogno? Visto che uno lo teniamo di riserva, può invece aiutare subito una persona colpita dal virus. E se l’emergenza finisce entro due o tre mesi, poi ce lo riportano

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Un gesto commovente e di un altruismo inspiegabile, però, per evidenti ragioni di sicurezza probabilmente non potrà essere concluso. Il protocollo prevede infatti che in questi casi i malati a casa ne abbiano due poiché in caso di guasto del primo si deve essere subito pronti ad attuare una manovra di emergenza

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A commentare la vicenda è stata anche la moglie: “Lui è così, è sempre stato questo. Una persona di una generosità infinita, che cerca di fare anche cose molto complicate da attuare“.

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“Ammetto che quando Piero mi ha detto cosa voleva fare ho provato una certa ansia, è una persona combattiva: pensi che prima di finire nelle mani del reparto delle Molinette, dove è in cura oggi, ha voluto aspettare fino all’ultimo prima di accettare l’intervento che lo ha portato a dipendere dal ventilatore. È rimasto colpito da quanto sta succedendo nel mondo. E ancora una volta non poteva stare con le mani in mano”.