“Non è vero, cosa stavo facendo in quel momento” Stefania Camboni uccisa a Fregene, Giada Crescenzi rompe il silenzio

Giada Crescenzi si dichiara innocente per l'omicidio della suocera Stefania Camboni, sostenendo di non aver percepito nulla della tragedia avvenuta nella sua abitazione a Fregene.

Giada Crescenzi, una donna di trent’anni, si è dichiarata innocente in merito all’omicidio della suocera, Stefania Camboni, di cinquantotto anni. L’omicidio è avvenuto nella residenza della vittima a Fregene, un comune nel comune di Roma. La legale di Giada, Maria Anselmi, ha comunicato che la sua assistita è profondamente provata dall’accaduto, ma è determinata a presentare la sua versione dei fatti davanti al giudice.

Dettagli sull’omicidio di Stefania Camboni

Il caso ha suscitato un notevole interesse mediatico, data la brutalità dell’atto. Stefania Camboni è stata trovata morta nella sua abitazione, vittima di numerose coltellate. Le autorità stanno indagando a fondo per ricostruire gli eventi che hanno portato a questo tragico epilogo. I dettagli emersi dalle indagini iniziali suggeriscono che l’omicidio sia avvenuto in un contesto domestico, il che rende la situazione ancora più inquietante. I detective stanno esaminando diversi aspetti della vita della vittima e delle persone a lei vicine, per comprendere le dinamiche familiari che potrebbero aver influenzato questo drammatico evento.

La versione di Giada Crescenzi

Secondo quanto dichiarato dalla legale, Giada ha fornito una versione dettagliata dei fatti agli inquirenti. Dopo aver cenato insieme alla sua famiglia, Giada e il suo compagno si sarebbero ritirati nella propria stanza. Successivamente, il compagno sarebbe uscito per recarsi al lavoro, mentre Giada si sarebbe messa a letto, come sua consuetudine, indossando tappi per le orecchie. Questa abitudine è stata confermata da amici e familiari, che testimoniano che Giada spesso si addormentava profondamente. Non avrebbe quindi sentito nulla fino al risveglio improvviso causato dal ritorno del fidanzato, che l’ha trovata in uno stato di confusione e allerta, con la porta aperta e la situazione apparentemente compromessa.

Anche l’avvocata di Crescenzi ha spiegato il perché di alcune ricerche ambigue sul web
«La mia assistita ha spiegato che la prima ricerca era relativa a eliminare eventuali tracce delle mestruazioni e quella sull’avvelenamento non riguardava le persone ma le piante, per eliminare quelle invasive dal giardino. Poi ricordo che la signora è morta accoltellata e non avvelenata. E l’arma non è stata ancora trovata».

Le indagini in corso

Le autorità stanno continuando a esplorare ogni pista per chiarire la dinamica dell’omicidio. Gli investigatori stanno raccogliendo prove e testimonianze, cercando di capire se ci siano stati segnali premonitori o conflitti familiari che possano aver contribuito a questo tragico evento. La comunità di Fregene è scossa da quanto accaduto, e il caso ha acceso un dibattito su temi come la violenza domestica e la sicurezza all’interno delle famiglie. Gli inquirenti stanno anche valutando la possibilità di atti di violenza precedenti o denunce che possano fornire un contesto più ampio rispetto alla vita della vittima e delle persone coinvolte.

Prossimi sviluppi e udienze

Il caso di Giada Crescenzi continua a evolversi, con le prime udienze che si avvicinano. La difesa prevede di presentare una strategia basata sulla proclamazione di innocenza della propria assistita, puntando sulla mancanza di prove concrete che la colleghino all’omicidio. La prossima udienza sarà cruciale per definire i contorni legali della situazione e per ascoltare le testimonianze chiave che potrebbero influenzare l’esito del processo. La comunità rimane in attesa di ulteriori sviluppi, mentre il caso continua a essere monitorato da vicino dai media e dagli esperti legali.