“Ce ne sono altre 6” Garlasco, continuano le scoperte dei RIS: cosa è stato trovato ora

Nuove analisi delle impronte trovate nella casa di Chiara Poggi rivelano sei tracce palmari non identificate, escluse da potenziali sospetti, mentre si attende il risultato di accertamenti genetici.

La vicenda legata al caso di Chiara Poggi, avvenuta a Garlasco, continua a riservare sviluppi intriganti. Recenti analisi delle tracce rinvenute sulla scena del crimine hanno sollevato nuove domande e hanno portato alla luce dettagli inediti, mentre gli investigatori sono alla ricerca di risposte per risolvere questo complesso mistero. Le indagini si concentrano su impronte mai identificate e su elementi che potrebbero rivelare ulteriori informazioni sull’omicidio della giovane donna.

Tracce misteriose sulle pareti

Le pareti del muro della scala della casa di Garlasco, dove è stato rinvenuto il corpo di Chiara Poggi, presentano una serie di impronte che hanno catturato l’attenzione degli esperti. Tra queste, spicca l’impronta identificata come numero 33, attribuita ad Andrea Sempio. Tuttavia, sono state trovate anche altre sei impronte palmari, la cui origine rimane sconosciuta. Gli esperti nominati dalla Procura di Pavia hanno intrapreso una nuova analisi delle tracce, ma al momento non sono riusciti a fornire un’identità a queste impronte, che restano quindi sconosciute.

Nonostante non siano state utili per identificare il colpevole, tutte le impronte sono state considerate comparabili. Attraverso un processo di esclusione, è emerso che queste sei impronte non appartengono né a Sempio né a Alberto Stasi, né ai familiari della vittima, né a Stefania Cappa, né agli amici di Marco Poggi, tra cui Alessandro Biasibetti, Roberto Freddi e Mattia Capra. Questo sviluppo ha suscitato un forte interesse e ha alimentato ulteriori congetture su chi possa essere l’autore di tali tracce.

Le analisi delle impronte digitali

Un altro aspetto significativo emerso dalle consulenze redatte da Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, specialisti nel campo della criminologia, riguarda le impronte digitali rinvenute sulla superficie interna ed esterna del portone di ingresso della villetta di Chiara Poggi. In totale, sono state identificate cinque tracce digitali che rimangono anch’esse senza un’identità. Le analisi condotte non hanno permesso di attribuire alcun nome a queste impronte, che sono state comunque considerate comparabili, ma non utili per una identificazione precisa.

Le indagini hanno escluso la possibilità di un “match” con i nomi già conosciuti, come Sempio e Stasi, così come con Stefania Cappa e gli amici di Marco Poggi. Tra queste impronte, particolare attenzione è stata rivolta a una in particolare, la numero 10, che è stata repertata sulla superficie interna del portone. Questa impronta ha attirato l’attenzione degli investigatori sin dal 2020, poiché potrebbe fornire informazioni cruciali per la risoluzione del caso.

Indagini sulla presunta impronta di mano sporca

Un elemento di particolare interesse è rappresentato da un’impronta di una presunta “mano sporca”, sulla quale, in passato, non sono state condotte indagini biologiche per verificare la presenza di sangue. Tuttavia, si prevede che accertamenti genetici saranno effettuati in occasione di un maxi incidente probatorio. Gli investigatori stanno inoltre analizzando i paradesivi delle tracce dattiloscopiche recuperate dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, nella speranza di ottenere informazioni più dettagliate su questo importante indizio.

Il caso di Chiara Poggi continua a rimanere aperto e avvolto nel mistero. Le nuove tracce e le analisi in corso potrebbero rappresentare passi significativi verso la comprensione di ciò che è realmente accaduto e, auspicabilmente, verso la giustizia per la giovane vittima.