Garlasco, clamorosa svolta sull’impronta 33: tutto potrebbe prendere una piega diversa su Andrea Sempio
Nuove rivelazioni sul caso Garlasco: l'impronta numero 33, compatibile con l'indagato Andrea Sempio, sarebbe stata completamente consumata, complicando le indagini e il valore probatorio della traccia.
Un’importante novità emerge nel contesto del caso Garlasco, un caso che ha suscitato grande attenzione mediatica e pubblica nel corso degli anni. Durante la diretta della trasmissione Quarto Grado, andata in onda venerdì 13 giugno, è stata rivelata una notizia che potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini in corso. Si è appreso che l’intonaco sul quale era stata riscontrata l’impronta numero 33 è stato completamente consumato durante le analisi effettuate all’epoca del delitto. Questa traccia conteneva ben 15 elementi genetici compatibili con Andrea Sempio, l’attuale indagato nella nuova inchiesta riguardante la morte di Chiara Poggi.

Il valore probatorio dell’impronta numero 33
La conferma dell’assenza di materiale residuo da analizzare costringe gli investigatori a basarsi esclusivamente sulle fotografie. Questa situazione potrebbe indebolire notevolmente il valore probatorio della traccia, la quale era già al centro di dibattiti e controversie riguardanti le modalità di gestione nel 2007. Mentre il caso prosegue, si avvicina la fase preliminare dell’incidente probatorio, con il principale atto fissato per martedì prossimo. I periti nominati dalla giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli, hanno già ritirato i reperti conservati, tra cui fascette adesive contenenti 58 impronte, campioni salivari, un lembo di tappetino del bagno e rifiuti sigillati. Tra le impronte analizzate, vi è anche la numero 10, trovata sulla porta d’ingresso della villetta, che ora viene considerata una potenziale “manata” dell’assassino in fuga.
Tuttavia, come sottolineato dal genetista Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, anche questa impronta presenta delle limitazioni significative. Nel 2007, erano stati identificati solo otto punti di confronto, un numero giudicato insufficiente per una comparazione attendibile. La situazione si complica ulteriormente con la mancanza di materiale analizzabile, mettendo a repentaglio la solidità delle evidenze raccolte fino ad ora.
Il ruolo di Andrea Sempio nelle indagini
Andrea Sempio, oggi 37enne, si trova di nuovo al centro dell’inchiesta, a quasi due decenni dai fatti. In passato, Sempio era un amico stretto del fratello di Chiara Poggi e frequentava spesso la sua famiglia. Tuttavia, il legame tra le famiglie è stato interrotto quando il suo nome è riemerso nel contesto delle indagini. Le operazioni sono seguite da consulenti delle parti coinvolte, tra cui Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, nominato dai legali di Sempio, e lo stesso Marzio Capra. Garofano ha espresso la sua opinione sulla volontà della Procura di rivedere e verificare quanto già fatto in passato, sottolineando l’importanza del lavoro svolto dai suoi collaboratori nel 2007.
Il sopralluogo effettuato lunedì scorso nella casa di via Pascoli non ha portato a nuove evidenze, ma l’uso di tecnologie avanzate e rilievi tridimensionali potrebbe essere utile per mappare meglio la scena del crimine. Gli investigatori sperano di ottenere riscontri o di escludere eventuali contaminazioni. Tuttavia, se la traccia numero 33 è effettivamente andata perduta nella sua forma materiale, il processo si dovrà reggere sulle prove documentali e su quanto le tecnologie attuali potranno estrapolare da rilievi passati. L’evoluzione delle indagini rimane quindi un tema di grande interesse e attenzione.