“Lì c’è la firma dell’assassino” Delitto di Garlasco, la clamorosa svolta: cosa è emerso nelle ultime ore

Riapertura del caso Chiara Poggi con nuove analisi sull'impronta "traccia 10", che potrebbe rivelare l'identità dell'assassino e mettere in discussione la dinamica del delitto avvenuto nel 2007

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, riemerge in un giugno milanese particolarmente caldo, attirando nuovamente l’attenzione della cronaca giudiziaria italiana. Il 17 giugno 2025 ha preso avvio l’incidente probatorio richiesto dalla Procura, mirato a esaminare nuovi elementi che potrebbero modificare il corso del processo e gettare nuova luce su un delitto che da quasi diciotto anni suscita dibattito e interesse.

Al centro di questa nuova fase investigativa si trova la cosiddetta “traccia 10”, un’impronta rinvenuta sulla porta d’ingresso della villetta in via Pascoli. Questa impronta è stata considerata dagli investigatori come una possibile “firma” dell’assassino. A differenza di quanto inizialmente ipotizzato, la traccia non presenta segni di sangue, ma contiene materiale biologico ancora da identificare. I risultati preliminari del test Obti hanno escluso la presenza di emoglobina, smentendo l’idea che l’assassino possa aver lasciato un’impronta con le mani insanguinate.

La Procura non si è lasciata scoraggiare da queste evidenze e ha dichiarato che il residuo organico potrebbe contenere DNA utile per identificare il responsabile del crimine. Secondo quanto riportato da diverse fonti, l’indagine si sta concentrando attorno a questa impronta, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi.

Chiara Poggi, dove sarebbe la firma dell’assassino

Mentre Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, continua a scontare una condanna definitiva a sedici anni di carcere, il nuovo sviluppo investigativo ha aperto a scenari alternativi. I periti Denise Albani e Domenico Marchigiani sono stati incaricati di analizzare l’origine e la compatibilità genetica della traccia 10, ma il loro lavoro non si limita a questo. Saranno esaminati anche altri indizi precedentemente trascurati, come i campioni prelevati sotto le unghie di Chiara e vari rifiuti domestici: yogurt aperti, biscotti lasciati in cucina e altri oggetti che potrebbero fornire informazioni sui suoi ultimi momenti di vita.

Una delle ipotesi più discusse è che Chiara possa aver condiviso la colazione con i suoi assassini. Tre sedie attorno al tavolo della cucina suggeriscono la presenza di più persone in casa al momento del delitto. Qualora questa teoria venisse confermata, si aprirebbero nuove prospettive sugli indagati e si metterebbe in discussione la ricostruzione giudiziaria fino ad oggi accettata. A supporto di una possibile colluttazione vi sono ulteriori prove, quali l’impronta denominata 97F, contenente sangue della vittima, e i tentativi di Chiara di contattare aiuto attraverso il telefono, segni tangibili del suo disperato tentativo di salvarsi durante l’aggressione.

Le operazioni peritali sono destinate a proseguire, con la ripresa fissata per il 19 giugno e continuità nei mesi successivi. I risultati definitivi sono attesi entro ottobre 2025, un termine che potrebbe rivelarsi cruciale per fare chiarezza sulla verità riguardante chi si trovasse realmente nella villetta di via Pascoli in quella tragica mattina. Mentre gli inquirenti cercano di fare luce su questo caso complesso con nuovi strumenti e domande, l’omicidio di Chiara Poggi continua a sollevare interrogativi e a dividere l’opinione pubblica, tra certezze passate e nuove inquietudini.