Pranzo di famiglia si trasforma in tragedia, tre morti e un ferito grave, l’agghiacciante scoperta dopo il dramma
Dopo un pranzo di famiglia apparentemente innocuo, una donna è accusata di triplice omicidio per avvelenamento con un fungo tossico, mentre uno degli ospiti è sopravvissuto
Un pranzo di famiglia si trasforma in un dramma giudiziario. L’incontro, previsto come un momento di riunione e riconciliazione, ha assunto toni inquietanti e tragici, culminando in un caso di omicidio che ha catturato l’attenzione dei media australiani. La protagonista di questa storia è una donna di 50 anni, il cui comportamento durante il pranzo ha sollevato interrogativi e sospetti, portando a un’accusa di triplice omicidio. Gli eventi si sono svolti in un contesto familiare, ma le conseguenze sono state devastanti e inaspettate.

Il pranzo che ha cambiato tutto
Il pranzo di cui si parla si è tenuto in una casa nella Latrobe Valley, in Australia, e ha visto la partecipazione della padrona di casa, dei suoi suoceri, della cognata e del cognato. L’atmosfera inizialmente sembrava serena, con la donna che si era dedicata alla preparazione di ogni portata con particolare attenzione, cercando di ricucire i rapporti familiari dopo una separazione. Ma durante il pasto, la donna ha menzionato un presunto problema di salute, parlando di un tumore e chiedendo suggerimenti su come affrontare la situazione con i bambini. I partecipanti hanno notato il suo evidente turbamento, ma ciò che nessuno poteva immaginare era che quel pranzo sarebbe diventato l’ultimo per tre dei presenti, portando alla loro morte in circostanze misteriose.
La scoperta delle morti sospette
La donna è attualmente accusata di triplice omicidio e tentato omicidio. Le vittime, i suoi suoceri e la cognata, sono decedute poco dopo il pranzo, mentre il cognato è riuscito a sopravvivere dopo un lungo ricovero. Gli investigatori, inizialmente incerti sull’origine delle morti, hanno scoperto che le vittime erano state avvelenate con un fungo mortale, l’amanita phalloides, noto anche come “angelo della morte”. Questo fungo, temuto per la sua tossicità, è letale anche in piccole quantità e la sua presenza in un piatto servito da Erin ha sollevato gravi interrogativi sulla sua intenzionalità. L’accusa sostiene che la donna fosse a conoscenza del contenuto del pasto, mentre lei ha negato qualsiasi intento omicida, affermando di non aver mai voluto far del male a nessuno.
La difesa
La difesa della donna sulla sua presunta innocenza e sull’ingenuità riguardo alla raccolta dei funghi. Ha dichiarato di aver raccolto i funghi nei boschi vicino a Melbourne e di averli mescolati a quelli acquistati in negozio, senza rendersi conto del pericolo rappresentato dall’amanita phalloides. Inoltre, ha ammesso di aver mentito riguardo alla sua salute per paura di perdere i figli. Ha raccontato di essere stata male dopo il pranzo, attribuendo il malessere alla torta all’arancia servita come dessert. Tuttavia, la posizione della procura è ferma nel sostenere che non è necessario un movente chiaro per procedere con l’accusa, poiché i fatti parlano da soli. Il clima di sospetto è palpabile in aula, e l’idea che Erin potesse ritenere che nessuno sarebbe sopravvissuto per raccontare la verità aggiunge un ulteriore strato di inquietudine a questa vicenda già tragica.