“È crollato tutto” Crollo improvviso di un simbolo: panico e distruzione in pochi istanti: dove e cosa è successo

Crolla la scultura "Goal" di Mario Ceroli a Roma, simbolo di arte e sport, dopo anni di degrado e richieste di intervento. Nessun ferito, ma il quartiere Flaminio perde un importante monumento

Questa mattina, poco dopo le 9, una tragedia ha colpito il quartiere Flaminio di Roma, dove è crollata la scultura “Goal” dell’artista Mario Ceroli. La struttura, già transennata e chiusa al pubblico da tempo a causa delle sue condizioni di grave degrado, si è sgretolata, ma fortunatamente non ci sono stati feriti. Sul posto sono intervenuti prontamente i vigili del fuoco e la polizia locale, che hanno chiuso la circolazione sulla pista ciclabile di viale Tiziano, nel tratto interessato dal crollo.

Realizzata per i Mondiali di calcio del 1990, “Goal” è una scultura imponente, alta 16 metri e mezzo e del peso di circa 35 tonnellate. L’opera rappresentava un connubio tra arte e sport, simboleggiando l’energia e lo spirito del torneo che ha segnato una delle epoche più memorabili della storia calcistica italiana. Inizialmente collocata all’EUR, di fronte al Palazzo dello Sport, la scultura doveva accogliere il grande afflusso di pubblico atteso per le partite. “Goal” è diventata un simbolo della gioia e della speranza di un intero Paese in un periodo di grande fervore calcistico.

Il viaggio di “Goal”: dai Mondiali al degrado

Dopo il termine dei Mondiali, la scultura è stata smontata e donata al Comune di Roma. Solo nel 2001, a seguito di un intervento di manutenzione e dell’applicazione di una vernice protettiva, “Goal” è stata nuovamente esposta, questa volta nel quartiere Flaminio, in Piazza Apollodoro. Questa nuova ubicazione la poneva in prossimità di importanti strutture culturali e sportive, come lo stadio Flaminio e il Palazzetto dello Sport, in un’area caratterizzata da un ampio piano di riqualificazione urbana progettato dall’architetto Renzo Piano.

Negli anni, “Goal” è diventata un punto di riferimento per il quartiere. Realizzata in legno di pino di Russia e rinforzata con saldature in acciaio zincato color rame, la scultura si caratterizzava per la sua forma sferoidale, ispirata agli studi geometrici di Leonardo da Vinci. Questa complessa struttura, composta da poliedri concentrici, evocava non solo la forma di un pallone, ma anche la fragilità della materia. La scultura ha quindi assunto un significato identitario, incarnando lo spirito di un’intera comunità.

Purtroppo, nel corso degli anni, “Goal” ha subito i danni dell’incuria. Le intemperie, gli sbalzi termici e la mancanza di manutenzione hanno compromesso la sua integrità. Nonostante le numerose richieste di intervento da parte dei cittadini, che hanno segnalato i rischi connessi alla stabilità della scultura, non è stato fatto nulla di concreto per garantire la sua sicurezza. L’unica misura adottata è stata l’installazione di transenne e la chiusura dell’area al pubblico.

Attualmente, non è chiaro quali saranno le decisioni del Comune riguardo al futuro della scultura. Potrebbe essere in programma un recupero di ciò che resta di “Goal” o la sua rimozione definitiva. Quel che è certo, è che il crollo di oggi rappresenta la perdita di un pezzo di storia recente della Capitale, legato non solo all’arte, ma anche allo sport e alla trasformazione urbana. Il quartiere Flaminio deve ora confrontarsi con il vuoto lasciato da un simbolo che, per molti, rappresentava un legame tra passato e presente.