“Chi ha bevuto l’Estathè” Delitto di Garlasco, le analisi sulla spazzatura confermano chi era in casa con Chiara la sera del delitto

Nuove analisi del DNA riaccendono l'interesse sul caso di Chiara Poggi, rivelando tracce del suo ex fidanzato Alberto Stasi e possibili impronte digitali, mentre le indagini proseguono

La vicenda di Chiara Poggi, una giovane donna il cui destino è stato tragicamente interrotto nell’estate del 2007 a Garlasco, riemerge con forza nel panorama della cronaca italiana. A quasi 18 anni dagli eventi, nuovi sviluppi si presentano grazie alle analisi del DNA condotte nell’ambito di un’inchiesta alternativa. Queste nuove evidenze potrebbero fornire informazioni significative su un caso che ha affascinato e sconvolto l’opinione pubblica.

Nuove analisi e scoperte sul caso di Chiara Poggi

Le indagini, condotte dalla genetista Denise Albani e dal dattiloscopista Domenico Marchegiani, hanno evidenziato la presenza predominante del DNA di Chiara Poggi su alcuni resti di una colazione. Tuttavia, tra i reperti, spicca una traccia sorprendente: il profilo genetico di Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima, risulta presente su una cannuccia di plastica. Questo elemento solleva interrogativi significativi sulla dinamica degli eventi e sulla presenza di Stasi nella casa di via Pascoli al momento dell’omicidio.

Alberto Stasi, condannato a 16 anni di reclusione, ha sempre dichiarato di aver trascorso l’ultima serata con Chiara, non negando mai di essere stato nella sua abitazione. La scoperta della sua DNA su un prodotto mai consumato da lui, il Fruttolo, aggiunge ulteriori domande all’intricata vicenda. Inoltre, un’ulteriore pista si presenta con la possibile impronta digitale rinvenuta su un bicchierino di tè freddo, ampliando il quadro investigativo.

Le indagini della procura di Pavia

La procura di Pavia prosegue le sue ricerche per fare luce sugli eventi del passato, esaminando ogni dettaglio della scena del crimine. I fogli di acetato, contenenti impronte digitali raccolte durante le indagini iniziali, sono oggetto di nuovi accertamenti. Anche se molte di queste impronte non presentano tracce di sangue, una particolare impronta, definita “sporca”, riaccende la speranza di scoprire ulteriori verità sul caso.

In questo contesto, la difesa di Alberto Stasi si sta muovendo attivamente, richiedendo un nuovo esame sulla “traccia 10”, un’impronta rinvenuta sulla porta d’ingresso. Durante una revisione dei rilievi effettuati nel 2007, sono emerse due nuove impronte digitali: una sullo stipite della porta della cantina e l’altra sulla cornetta del telefono, quest’ultima intrisa di sangue. Queste nuove scoperte potrebbero fornire indizi cruciali per la risoluzione del caso.

Il futuro del caso Chiara Poggi

Chiara Poggi continua a essere una figura centrale in questa complessa vicenda, la cui risoluzione appare sempre più intricata. Le nuove scoperte e le indagini in corso potrebbero riscrivere la storia di un caso che, nonostante il passare del tempo, continua a sollevare interrogativi e a richiedere giustizia. La ricerca della verità rimane una priorità, con la speranza che le nuove analisi possano finalmente portare a un chiarimento definitivo degli eventi che hanno portato alla tragica morte della giovane donna.