“Chi è Ignoto 3” Garlasco, colpo di scena: individuate nuove tracce di Dna maschile nella bocca di Chiara

Nuove analisi sul caso di Garlasco rivelano la presenza di un Dna maschile ignoto nel tampone orale di Chiara Poggi, sollevando ipotesi di contaminazione durante le procedure autoptiche.

Il caso del delitto di Garlasco continua a suscitare un forte interesse a livello nazionale. Recentemente, è emersa una nuova informazione riguardante la presenza di un Dna maschile sconosciuto nel tampone orale di Chiara Poggi, un elemento che non era stato analizzato durante le indagini iniziali, risalenti a diciotto anni fa. Questa scoperta ha riacceso il dibattito e l’attenzione su un caso che ha segnato profondamente la cronaca italiana.

Il consulente della famiglia Poggi, il genetista Marzio Capra, ha commentato la situazione, sottolineando che non ci sarebbero dubbi sulla possibilità di contaminazione del campione. Capra ha anche avanzato delle ipotesi riguardo all’identità dell’individuo a cui potrebbe appartenere il Dna maschile rinvenuto.

Chiara Poggi, parla il consulente della famiglia Poggi: “Di chi può essere il Dna maschile”

Marzio Capra, in un’intervista riportata dall’agenzia Ansa, ha dichiarato che uno dei campioni di garza analizzati mostra un aplotipo Y che è compatibile al 99% con l’assistente del medico legale. Un altro campione, invece, ha rivelato un aplotipo Y che presenta delle sovrapposizioni parziali, suggerendo che potrebbe essere riconducibile a un’altra linea maschile. Capra ha specificato che le dimensioni ridotte dei campioni, che variano tra i 2 e i 4 picogrammi, equivalgono a meno di una singola cellula. Questo dato indica che il materiale potrebbe derivare da una contaminazione piuttosto che da una fonte diretta legata alla vittima, la quale presentava concentrazioni di Dna nell’ordine dei 40.000 picogrammi.

Il consulente ha ulteriormente spiegato che la traccia maschile rinvenuta potrebbe aver inquinato il campione principale di Chiara Poggi durante il sopralluogo, l’autopsia o in altre fasi di gestione del corpo, come il trasporto e la custodia. Sarà compito della Procura indagare per identificare la possibile fonte di tale contaminazione.

Le possibili fonti di contaminazione secondo Marzio Capra

Marzio Capra ha anche suggerito che la contaminazione potrebbe essere derivata da un’autopsia precedente. Ha infatti ipotizzato che il Dna maschile potrebbe appartenere a un cadavere esaminato in precedenza, durante il quale era presente lo stesso assistente del medico legale. Questo solleva interrogativi riguardo agli strumenti e agli oggetti utilizzati durante tali procedure, come pinze, forbici, bisturi e altri dispositivi medici. L’eventualità che tali strumenti possano essere portatori di materiale biologico di altri casi è una questione che merita un’attenta considerazione.

Il caso di Garlasco, con il suo carico di misteri e incertezze, continua a tenere alta l’attenzione pubblica e istituzionale. Le nuove analisi e le scoperte potrebbero portare a sviluppi significativi nelle indagini e potrebbero offrire nuove piste da seguire per risolvere definitivamente una vicenda che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva.