“Ha mangiato e bevuto” Il piccolo Allen scomparso, è giallo su un buco di 36 ore: spuntano le prime ipotesi

Il piccolo Allen, scomparso per 36 ore a Ventimiglia, è stato ritrovato in buone condizioni, ma restano dubbi sulle circostanze della sua sparizione e sul suo stato di idratazione.

Un episodio drammatico ha coinvolto il piccolo Allen, un bambino di cinque anni, che è scomparso per un giorno e mezzo a Latte, una frazione di Ventimiglia. Fortunatamente, il bambino è stato ritrovato in buone condizioni e ha già fatto ritorno a casa. Dopo essere stato recuperato in un avvallamento tra i rovi, Allen è stato portato all’ospedale di Imperia per accertamenti, da cui è stato dimesso il 14 luglio. Secondo il primario di pediatria Diego Minghetti, il bambino ha mostrato segni di benessere, avendo mangiato e giocato, e gli esami del sangue si sono rivelati ottimali. Tuttavia, rimangono molte domande irrisolte riguardo a quanto accaduto durante la sua scomparsa.

Le 36 ore di mistero

Allen è scomparso venerdì pomeriggio, allontanandosi dal campeggio dove si trovava con i genitori. Da quel momento, è iniziata una frenetica ricerca che ha coinvolto le forze dell’ordine e i soccorritori. Nessuno, ad eccezione di Pierluigi Dellano, un uomo attualmente indagato per omissione di soccorso, ha avuto notizie del bambino fino al suo ritrovamento. I medici hanno espresso preoccupazione riguardo alle condizioni di Allen, dato che risulta difficile credere che un bambino di quell’età possa rimanere per 36 ore senza cibo e acqua. Secondo il dottor Minghetti, i risultati degli esami suggeriscono che Allen potrebbe aver ricevuto qualche forma di nutrimento o idratazione durante il periodo di scomparsa, sollevando interrogativi su cosa possa essere realmente accaduto.

L’analisi delle indagini

In merito alle indagini, la Procura ha escluso la possibilità che Allen sia stato rapito o che vi siano stati coinvolgimenti di terze persone. Il procuratore di Imperia, Alberto Lari, ha dichiarato che l’idea di un rapimento è da considerarsi del tutto fantasiosa. Anche l’ipotesi che qualcuno possa aver assistito il bambino durante la sua assenza è stata giudicata poco verosimile. I vestiti del bambino, pur essendo sporchi, sono risultati compatibili con un’esperienza trascorsa all’aperto. Un contributo significativo alle ricerche è stato fornito dallo psicologo Roberto Ravera, specializzato in disturbi dello spettro autistico. Ravera ha spiegato che Allen presenta una forma lieve di autismo, che potrebbe averlo portato a rifugiarsi in un luogo silenzioso, lontano da rumori e confusione. Secondo il professionista, la condizione del bambino potrebbe avergli fornito un meccanismo di sopravvivenza, permettendogli di affrontare la situazione con un “congelamento emotivo”.

Il caso di Allen ha suscitato un ampio dibattito e una forte attenzione mediatica, sollevando interrogativi non solo sulla sicurezza dei bambini in campeggio, ma anche sull’importanza di comprendere le esigenze e le reazioni di coloro che presentano disturbi comportamentali. Le autorità continuano a indagare, cercando di ricostruire i momenti antecedenti alla scomparsa e raccogliere ulteriori informazioni che possano chiarire la situazione. Il ritrovamento di Allen, fortunatamente in buone condizioni, rimane una notizia positiva in un contesto altrimenti preoccupante.