“L’abbiamo preso così” Andrea Cavallari fuggito in Spagna, il fatale errore gli è costato caro: com’è stato trovato
Andrea Cavallari, condannato per la strage di Corinaldo, è stato catturato in Spagna dopo una fuga di due settimane; ora si indaga su possibili complici e si prepara l'estradizione.
La cattura di Andrea Cavallari segna un importante capitolo nella lotta contro la criminalità in Italia e all’estero. Questo evento ha suscitato attenzione sia per l’evasione del giovane modenese, condannato per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, sia per la complessità delle indagini che hanno portato alla sua cattura in Spagna. Gli sviluppi recenti rivelano dettagli significativi riguardo alla sua fuga e alle operazioni delle forze dell’ordine.

La fuga e la cattura di Cavallari
Andrea Cavallari era scomparso il 3 luglio, dopo aver discusso la sua tesi di laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna. Approfittando di un permesso premio di 30 ore senza scorta, il 26enne ha intrapreso un viaggio che lo ha portato a percorrere le strade della Francia e, infine, a raggiungere la Costa Brava in Spagna. È emerso che la sua presenza è stata rilevata in diverse città francesi prima di arrivare a Lloret de Mar, dove ha soggiornato in un hotel. Le autorità hanno deciso di non intervenire immediatamente, attendendo conferme sulla sua posizione.
Le indagini hanno beneficiato della tracciabilità dei pagamenti elettronici, che hanno consentito di localizzarlo con precisione. Cavallari era registrato in un hotel di Lloret de Mar e aveva effettuato numerose transazioni nella stessa struttura, segnalando una pausa nella sua fuga. Il giorno dell’arresto, stava uscendo dall’hotel con un abbigliamento da turista, un cappellino e il cellulare in mano, apparentemente diretto verso la spiaggia. Utilizzava un alias e disponeva di documenti falsificati, oltre a una carta di pagamento elettronico tracciabile, che ha facilitato il suo rintracciamento.
Perché adesso si cercano complici
L’operazione di cattura è stata coordinata tra il Nucleo investigativo centrale (Nic) della Polizia penitenziaria e diverse procure, con la collaborazione delle autorità spagnole e il supporto di Eurojust. Le immagini di videosorveglianza hanno mostrato Cavallari all’hotel il giorno prima dell’arresto, fornendo ulteriori indizi sulla sua latitanza.
Le indagini ora si concentrano sulla ricerca di eventuali complici che potrebbero aver assistito Cavallari durante la sua fuga. La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per favoreggiamento, basando le proprie ipotesi sull’idea che il giovane non abbia agito da solo. La sua vita da latitante, trascorsa tra hotel e località turistiche, suggerisce la presenza di una rete di supporto, anche se al momento non sono stati effettuati arresti di complici.
La richiesta di estradizione e le congratulazioni di Nordio
Nei prossimi giorni, la Procura generale di Ancona presenterà una richiesta formale di estradizione. Una volta convalidata la custodia cautelare dal tribunale dell’Audiencia Nacional, il ritorno di Cavallari in Italia potrebbe avvenire in un periodo compreso tra dieci e trenta giorni, grazie alle procedure rapide previste dal trattato di Schengen.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso soddisfazione per la cattura, definendola un successo nella cooperazione internazionale contro la criminalità. Ha ringraziato il Nic e la Polizia penitenziaria per il loro impegno nel garantire sicurezza e giustizia. Cavallari è noto per essere stato parte della cosiddetta “banda dello spray”, coinvolta in eventi tragici che hanno causato la morte di sei persone durante una rapina in discoteca. La cattura di Cavallari rappresenta un passo significativo nella lotta contro tali crimini.