Animali sequestrati a Piacenza, condannati i proprietari per maltrattamenti
Ecco il comunicato dell'Oipa
Per il caso risalente al 2019 degli animali sequestrati a Piacenza perché vivevano in condizioni igieniche davvero precarie e terribili, la giustizia ha fatto il suo corso. Come annunciato dall’Oipa, l’Organizzazione Internazionale per la protezione degli animali, i proprietari sono stati condannati per i maltrattamenti inflitti alle povere creature.
Nel 2019 gli agenti aveva posto sotto sequestro alcuni animali che vivevano in un allevamento di Valtrebbia, in provincia di Piacenza. Gli animali erano denutriti e in cattive condizioni igieniche. Due anni dopo altri 16 cani e 7 gatti erano stati stati sequestrati per detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura ai sensi dell’articolo 727 del Codice penale.
A distanza di tempo da quei fatti che avevano sconvolto tutti quanti è arrivata la sentenza, come annunciato dall’Oipa, Organizzazione internazionale per la protezione degli animali, in un comunicato stampa.
Il Tribunale di Piacenza ha disposto la confisca per detenzione incompatibile ai sensi dell’articolo 727 del Codice penale dei 16 cani e 7 gatti sequestrati nel maggio del 2021 in un allevamento in Valtrebbia, in provincia di Piacenza, per detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura ai sensi dell’articolo 727 del Codice penale.
Inoltre gli imputati dovranno anche pagare le spese processuali e una multa di 2000 euro. Più altri 2000 euro a ognuna delle due associazioni che si sono costituite parte civile. Cioè l’Oipa e la Lndc, la Lega nazionale difesa del cane.
Animali sequestrati a Piacenza, bene la sentenza ma servono pene più severe
Claudia Taccani e Michele Pezone, legali delle due associazioni che si sono costituite parte civile nel processo, si dicono soddisfatti della sentenza. Ma servono pene più aspre e controlli più serrati per cercare di fermare un fenomeno in crescita.
Intanto però sentenze come queste dimostrano l’attenzione al benessere degli animali. Dobbiamo sempre condannare ogni gesto di crudeltà. Per salvaguardare la vita di chi non ha voce per difendersi.