La commovente lettera dopo la morte della cagnolina Lily
Lily è stata salvata da un allevamento abusivo di cuccioli di razza: è morta dopo 15 mesi di amore
La National Mille Dog Rescue è un’associazione che lotta per il benessere degli animali, nata nel 2007, in onore di un levriero di nome Lily. La cucciola ha trascorso i primi 7 anni della sua vita costretta in un allevamento di cani di razza. Quelle persone malvagie la sfruttavano per farla partorire e poi le portavano via i suoi cuccioli, per poi piazzarli sul mercato.
Ogni giorno, era confinata in una gabbia minuscola e fredda, all’interno di un fienile buio e maleodorante. Nessuno le ha mai permesso di uscire dalla sua regione, nessuno le aveva mai fatto una carezza. Senza tregua doveva riprodursi e poi separarsi dalla sua prole.
Dopo 7 anni di sofferenza e senza mai ricevere cure veterinarie, Lily era arrivata allo stremo. Aveva il petto pieno di tumori mammari, la bocca e i denti marci ed era terrorizzata dagli esseri umani. Non era più buona al suo scopo, così è stata gettata via.
Fortunatamente l’associazione è intervenuta in suo aiuto e la famiglia Strader le ha dato l’amore e tutte le cure di cui aveva bisogno. Purtroppo, nel 2008, Lily è morta tra le braccia dei suoi proprietari. Dopo soli 15 mesi dal suo salvataggio.
La lettera dopo la morte di Lily
Dopo la sua morte, una delle persone che si era presa cura di lei, ha voluto pubblicare una lettera rivolta al suo allevatore. Una lettera che è diventata virale e che ha fatto il giro del mondo.
Sono passati 15 mesi da quando io e te ci siamo conosciuti. Dopotutto, ci siamo incontrati nel tuo mondo, nella tua proprietà. Da quel momento, le cose del tuo mondo sono diventate una parte molto importante del mio. Per questo, ti sono grata.
Nel 2007 ho ricevuto un’email: 50 levrieri italiani in difficoltà e un numero di telefono. Ho chiamato quel numero per scoprire qual era la storia.
Dopo 40 anni, il tuo allevamento era fallito. Era arrivato il momento per te di andare in pensione rilassarti dopo anni di maltrattamento. Quel giorno 561 cani sarebbero andati alle aste e 49 erano levrieri italiani.
Quello che ho visto nella tua proprietà era tutt’altro che umano. Centinaia di volti malati e terrorizzati, imprigionati nei loro confini di filo metallico. Alcuni mi fissavano, ma la maggior parte era troppo spaventata per guardarmi negli occhi.
Quell’esperienza mi ha causato innumerevoli notti insonni e fino ad oggi, la tristezza è la paura nei loro occhi perseguitano il mio essere.
Adottate nei rifugi perché questo è l’orrore che si nasconde dietro ai cuccioli di razza
Sono consapevole che nelle tue cerchie, i cani da riproduzione commerciale sono considerati bestiame. I cani non sono bestiame. Migliaia di anni fa, l’uomo ha addomesticato i cani perché fossero i nostri protettori, cacciatori, pastori, guardiani, ma soprattutto nostri compagni.
Quel giorno sono tornata a casa con 13 dei tuoi cani. L’intero scopo di questa lettera riguarda solo uno di quei cani, quello che ha trovato una casa per sempre con la mia famiglia. Un levriero italiano che non è mai stato in grado di correre. Una cucciola ingabbiata per tutta la vita.
A casa nostra, le abbiamo tagliato la catena al collo, l’abbiamo sostituita con un collare morbido e l’abbiamo chiamata Lily. Dopo 7 anni e un mese era libera. Mi chiedo se tu ti sia mai preoccupato per il loro dolore. Mi chiedo quanti siano i cani morti tra le tue mani.
Lily ha imparato così tanto a casa nostra: sull’essere un membro della famiglia, sull’essere un cane, sull’essere degna. Sarò sempre infastidita dal fatto che non abbia mai imparato a correre o a giocare. Ma ha imparato ad amare ed essere amata e per questo non ci sono parole. Ha cambiato le nostre vite per sempre.