Polpi femminili, dopo aver depositato le uova si attiva l’ormone dell’autodistruzione

Cosa succede a questi esemplari?

Il mondo della natura e degli animali ci affascina sempre tantissimo per meccanismi che spesso vanno al di là della nostra comprensione. Come accade ad esempio per i polpi femminili: le “mamme” di questa specie, infatti, prima depositano le uova e poi spariscono per sempre. Pare si inneschi quello che è stato chiamato l’ormone dell’autodistruzione.

Animali in natura
Fonte foto da Flickr

L’ovoposizione per questa specie è una vera e propria condanna a morte. Non vedrà nascere i suoi piccoli, non andrà a cercare per loro cibo e non potrà mai conoscerli, perché in realtà la mamma si autodistrugge dopo pochissimo tempo.

La morte sopraggiunge per questi animali non appena le uova iniziano a schiudersi. Prima le deposita, poi si prende cura di loro ma lentamente inizia il suo declino: l’animale mette in atto tutta una serie di comportamenti che porteranno inevitabilmente alla sua morte.

Mentre cova e sorveglia le uova che contengono al suo interno i suoi “cuccioli” cerca di proteggerli dall’acqua, senza mai lasciarli. Nemmeno per andare a procurarsi del cibo, giusto qualche spuntino. Ma dopo quattro giorni non mangerà più.

Una settimana dopo continuerà a non cercare cibo o mangiare e a mostrare comportamenti autodistruttivi: strapparsi la pelle, mangiarsi le punte dei tentacoli, pulirsi in maniera maniacale danneggiandosi e battendosi il corpo.

Fonte foto da Flickr

I polpi femminili muoiono prima che le uova si schiudano

Quando i figli nasceranno saranno già orfani, senza una guida pronta a dirigerli, a dire come muoversi in mare, come avere del cibo, come sopravvivere senza dipendere da nessuno. I polpi sono estremamente intelligenti e si adattano con facilità. Fin dalla nascita.

Polpi femminili
Fonte foto da Pixabay

Si moltiplicano una volta sola e poi muoiono. Forse è un meccanismo di difesa perché il cannibalismo è normale in questi animali e scongiura il fatto che le mamme possano mangiare i loro piccoli alla nascita. Gli scienziati però non sono del tutto sicuri.