Adalgisa Gamba, gli avvocati: Rispettare presunzione di non colpevolezza

Chiedono di non accanirsi contro la mamma del bimbo morto

Per il caso del bimbo deceduto a Torre Del Greco, le accuse sono tutte contro la mamma, Adalgisa Gamba ma gli avvocati chiedono di rispettare nei suoi confronti la presunzione di non consapevolezza. E di non accanirsi contro la donna, accusata di aver soffocato il suo piccolo di 2 anni. E aver finto che l’annegamento nelle acque del mare.

Adalgisa Gamba rischia l'ergastolo

Salvatore del Giudice e Michele Coppola, avvocati della donna di 41 anni sotto processo per il decesso del figlio deceduto un anno fa a Torre del Greco, in provincia di Napoli, chiedono che tutti rispettino la loro assistita.

Si riferiscono al comportamento dell’onorevole Alfredo Antoniozzi, che avrebbe riferito circostanze “palesemente false e fuorvianti“. Le sue parole calpesterebbero

la presunzione di non consapevolezza sancita dall’articolo 27 della Costituzione. Definendo una mera imputata autrice del terribile omicidio del piccolo figlio.

I legali sostengono che le parole del vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, in merito alla terza perizia psichiatrica per la loro assistita, vanno contro la Costituzione.

Le perizie a cui la signora Gamba è stata sottoposta in carcere hanno unicamente accertato che le patologie dell’imputata potevano essere curate in carcere. Ma non riguardavano assolutamente la sua capacità di intendere e volere.

Adalgisa Gamba

Adalgisa Gamba, gli avvocati contro le parole del vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi

I legali sottolineano che nessuno aveva mai disposto una perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere dell’imputata. Solo dopo la loro richiesta probatoria i giudici l’hanno ammessa, rinviando il processo. Da qui le parole dell’onorevole. Che però, a quanto pare, si è fermato a questa singola notizia, senza appurare tutto l’iter del processo a suo carico.

Secondo i due avvocati della mamma del piccolo, l’onorevole Antoniozzi non avrebbe letto nessun atto del procedimento penale. Lasciandosi però andare “a faziosi e superficiali commenti su questioni processuali estremamente complesse e delicate“.