Alberto Stasi, la Procura cambia tutto: in arrivo un durissimo provvedimento
Alberto Stasi rischia la revoca della semilibertà per un'intervista non autorizzata a Le Iene, mentre la Procura generale presenta ricorso in Cassazione per rivalutare la sua situazione.
Alberto Stasi, noto per il suo coinvolgimento nel caso di omicidio di Chiara Poggi, si trova attualmente a rischio di perdere il diritto alla semilibertà a causa di un’intervista non autorizzata rilasciata al programma “Le Iene”. La Procura generale di Milano ha presentato ricorso alla Cassazione, chiedendo la revoca del provvedimento di semilibertà concesso a Stasi, che sta scontando una pena di 16 anni di carcere.

Attualmente detenuto nel carcere di Bollate, Stasi ha recentemente ripreso la parola dopo la riapertura del caso e l’indagine su Andrea Sempio. Tuttavia, l’intervista, registrata durante un permesso per un ricongiungimento familiare, non avrebbe ricevuto le necessarie autorizzazioni. Secondo il parere del procuratore generale, i giudici avrebbero dovuto considerare diversamente questa situazione.
Il ricorso in Cassazione, i cui tempi di decisione possono essere lunghi, non modifica la vita quotidiana di Stasi, che attualmente alterna attività lavorativa esterna e detenzione. Da dieci anni si trova in carcere, e la sua routine è regolata da specifiche prescrizioni legate al suo stato di semilibertà.
I legali: «Tutto chiarito»
Gli avvocati di Stasi, in particolare l’avvocata Giada Bocellari, hanno dichiarato di essere tranquilli riguardo alla situazione. Hanno sottolineato che la questione dell’intervista era già stata chiarita sia dal carcere che dal Tribunale di Sorveglianza. Secondo la difesa, se Stasi avesse violato una prescrizione non sarebbe stata necessaria la revoca della semilibertà, ma eventualmente quella del lavoro esterno.
Secondo la Procura generale, Stasi ha omesso di richiedere l’autorizzazione per l’intervista andata in onda il 30 marzo su “Le Iene”. Tuttavia, gli avvocati sostengono che, se vi fossero stati dubbi riguardo al comportamento di Stasi, i giudici avrebbero dovuto revocargli il lavoro esterno, in quanto la semilibertà non era ancora stata concessa. Inoltre, i giudici milanesi hanno affermato che non sono state riscontrate infrazioni alle prescrizioni e che non vi era alcun divieto esplicito di interagire con i giornalisti durante il permesso premio.
Come funziona la semilibertà per Stasi
Il 11 aprile, Stasi ha ottenuto la semilibertà dopo aver già ricevuto nel 2023 l’autorizzazione per il lavoro esterno. Da quel momento, è stato autorizzato a uscire dal carcere la mattina e a rientrare la sera, seguendo orari stabiliti. Questa misura gli consente di rimanere fuori dal carcere per oltre dodici ore, non solo per motivi lavorativi. La Procura generale, rappresentata da Francesca Nanni e Valeria Marino, aveva già espresso preoccupazione riguardo a un’unica violazione, ovvero la mancata richiesta di autorizzazione per l’intervista, avvenuta durante un permesso premio.
Il direttore del carcere: nessuna infrazione
Il direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, ha confermato che l’intervista è stata registrata durante un permesso premio e ha specificato che non sono state riscontrate infrazioni alle prescrizioni. I giudici, compresi Caffarena e Gentile, hanno confermato l’interpretazione degli avvocati di Stasi, sostenendo che le relazioni del personale del carcere erano tutte positive. Stasi, nonostante si proclami innocente, ha mantenuto un comportamento conforme alla sua condanna e ha dimostrato empatia verso la vittima. La Procura generale, tuttavia, ritiene che la mancata richiesta di autorizzazione per l’intervista debba essere valutata in modo diverso rispetto alla concessione della semilibertà. La Cassazione è ora chiamata a fissare un’udienza per decidere il merito del ricorso.
L’intervista: cosa aveva detto a Le Iene
Durante l’intervista con “Le Iene”, Stasi ha espresso il desiderio di raggiungere la verità e la giustizia per Chiara e la sua famiglia. Ha affermato di avere progetti semplici per il futuro, come costruire una famiglia tradizionale e trovare la tranquillità, esprimendo il suo desiderio di realizzare sogni modestamente significativi per lui.