Alessandra Matteuzzi: c’è un motivo ben preciso dietro l’ergastolo per Giovanni Padovani secondo la Corte d’Assise di Bologna

Ecco perché la Corte D'Assise di Bologna ha condannato Giovanni Padovani all'ergastolo

La Corte d’Assise di Bologna ha condannato all’ergastolo Giovanni Padovani, il calciatore 28enne che ha messo fine alla vita della sua ex fidanzata 56enne Alessandra Matteuzzi. Poche ore fa, sono state diffuse le motivazioni che hanno portato alla sentenza. Nessuna pazzia, nessun problema psichiatrico, quella dell’imputato è stata una vendetta ben pianificata:

delitto Alessandra Matteuzzi

È improprio attribuire l’omicidio ad una insana gelosia dell’imputato, la quale, semmai, costituì il movente del delitto di atti persecutori, mentre l’omicidio fu motivato da un irresistibile desiderio di vendetta, uno tra i sentimenti più irragionevoli, eppure imperativi.

Per i giudici, quindi, non si sarebbe trattato di un delitto per amore, ma di un “delitto per onore“. Giovanni Padovani aveva pianificato tutto, nessun gesto d’impeto. Lo aveva studiato e anche rivelato ad altre persone attraverso parole che, lette adesso, ne sarebbero la prova. Il calciatore aveva scritto, inoltre, delle note sul suo cellulare.

Un vero e proprio agguato, la condotta omicidiaria è stata maturata e preannunciata. Attuata secondo un piano predeterminato, comprensivo della scelta dell’arma da usare e del luogo in cui colpire. Una messa in scena intenzionale.
delitto Alessandra Matteuzzi

Il delitto di Alessandra Matteuzzi

Alessandra Matteuzzi aveva deciso di lasciare Giovanni Padovani. Si comportava in modo troppo ossessivo, era diventato geloso e paranoico. Si presentava sotto casa sua senza preavviso, le staccava la corrente per costringerla a scendere, le metteva lo zucchero nel serbatoio della macchina, si era impossessato di tutte le sue password e pretendeva che lo chiamasse ogni 10 minuti così da accertarsi sempre dove si trovasse e con chi. La 56enne, stanca, lo aveva anche denunciato per stalking alle forze dell’ordine.

delitto Alessandra Matteuzzi

Il giorno del delitto, la donna era convinta che Padovani si trovasse in trasferta con la squadra ed aveva deciso di tornare a casa per dare da mangiare al cane. Ma il suo ex fidanzato la stava aspettando e quando l’ha vista arrivare, si è scagliato su di lei. Prima con calci e pugni, poi con un martello che si era portato dietro e aveva nascosto dietro un albero e alla fine con una panchina in ferro battuto che si trovava nell’atrio. Giovanni è poi rimasto ad aspettare le forze dell’ordine e si è fatto arrestare.

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