Alessia Pifferi ha chiesto di andare al funerale della piccola Diana: le parole del legale

Il legale di Alessia Pifferi l'ha descritta come una persona non lucida, che al momento non riesce a comprendere la gravità dei fatti

Solange Marchignoli, l’avvocato che difende Alessia Pifferi, ha rilasciato un’intervista alla testata Fanpage.it. Dopo aver parlato con la sua assistita in carcere, il legale ha spiegato che la donna non si rende ancora conto di ciò che è accaduto, di ciò che ha fatto alla piccola Diana.

Nessuna premeditazione Alessia Pifferi

Ha richiesto di andare al funerale della bambina ed è in stato di choc, nonostante non assuma alcun farmaco nel carcere di Milano, dove è attualmente detenuta. Nonostante gli avvocati le abbiano spiegato la sua posizione e le gravi accuse contro di lei, Alessia Pifferi non è apparsa ancora lucida e in grado di comprendere la gravità dei fatti.

Solange Marchignoli ha aggiunto che la 37enne sembra essere al momento dentro una bolla e che non è a conoscenza di ciò che sta accadendo fuori dalla struttura penitenziaria. E di certo non sa quanto l’opinione pubblica sia accanita verso la sua persona, visto quanto è grave quello che ha fatto alla piccola Diana, morta di stenti dopo sei giorni di abbandono in una casa vuota.

Non solo, il legale ha rivelato anche che nessun parente al momento si è fatto avanti per incontrala. Nemmeno il compagno di Leffe, che ha il cellulare ormai sempre spento.

Pifferi Alessia

Alessia Pifferi si sente abbandonata dal compagno

Una situazione quella dell’uomo, che secondo l’avvocato sembrerebbe preoccupare molto l’imputata. Si sentirebbe abbandonata dal suo compagno. Come non potrebbe essere così, visto che è proprio per stare con lui che ha lasciato che la bambina morisse di stenti?

La Pifferi forse non riesce ancora a capire che l’uomo, così come il resto della sua famiglia, è finito ora sotto una gigante lente d’ingrandimento, delle autorità ma soprattutto dell’intera Italia.

Pifferi Alessia

Alessia vuole andare al funerale di Diana e l’avvocato ha cercato di farle capire che ciò non sarà possibile. Anche per questo ha deciso di richiedere una perizia da parte di persone esperte e competenti. L’obiettivo è quello di capire cosa sia passato per la mente della donna, cosa l’abbia portata a compiere il gesto d’abbandono e quali siano stati i suoi punti di vista.

La Pifferi si trova in carcere, in isolamento, per paura che possa compiere gesti di autolesionismo o che altri detenuti possano vendicare la bambina. L’avvocato ha concluso l’intervista, rispondendo alla domanda del giornalista, riguardo a cosa pensa del fatto che le persone gli domandino perché abbia scelto di difendere una madre che ha fatto morire la figlia: “Sono un giurista. Non c’è spazio per l’emotività”.